L’obiettivo è quello di
arrivare ad una legge sull’architettura,
già presente in molti paesi europei ma
della quale in Italia esiste al momento
solo una bozza. Il convegno “Le città
del futuro”, che si svolgerà il 2 febbraio
al Centro Congressi Villa Romanazzi
Carducci a Bari, vuole dunque
essere un momento di confronto non
solo tra addetti ai lavori ma anche
con chi, poi, dovrà mettere mani alla
materia legislativa.
«Vogliamo avviare un dialogo con gli
organismi parlamentari dove vengono
costruiti i percorsi normativi», ha spiegato
stamattina l’architetto Massimo
Prontera, presidente dell’Ordine degli
Architetti di Taranto e presidente della
Federazione regionale degli Ordini
degli Architetti di Puglia. Il confronto
avrà una impronta interregionale,
perché coinvolge la Puglia e la Basilicata.
Vi parteciperà, fra gli altri, l’ex
viceministro albanese dello sviluppo
urbano, Gjon Radovani. Una presenza
che ai più può apparire sorprendente
ma che invece legittima il grande
fermento urbanistico che da alcuni
anni si registra in Albania. Il momento
conclusivo è riservato alla tavola
rotonda con i candidati dei diversi
schieramenti alle elezioni del 4 marzo.
I temi sul tavolo sono molto familiari
alle problematiche tarantine: riuso
delle aree demaniali, riqualificazione
delle periferie, trasformazione delle
aree ferroviarie. La presentazione del
convegno (oltre a Prontera c’erano gli
architetti Faidiga, Palmisano e Lo Savio)
è stata l’occasione per fare il punto
proprio sulla potenzialità urbanistiche
di Taranto, troppo spesso prigioniere
di un estenuante immobilismo. Un
tema, questo, che investe soprattutto il
ruolo delle amministrazioni comunali.
Con quella guidata da Ippazio Stefàno
l’Ordine degli Architetti non ha mai
avuto un rapporto felice.
E con l’amministrazione
Melucci? «Con questa
amministrazione – ha detto Prontera – stiamo cercando di avviare un dialogo.
Sul concorso di idee per la Città
Vecchia le nostre perplessità restano
tutte. Ci sono processi che devono essere
partecipativi e questo lo dicono le
leggi. Diverso invece il discorso per le
attività propedeutiche al nuovo Piano
urbanistico: registriamo un dialogo
migliore e stiamo provando a costruire
qualcosa insieme. Noi vorremmo che
finalmente una amministrazine facesse
delle scelte. I fronti aperti sono tanti
e noi proveremo a tracciare una lista
di priorità su cui intervenire».
A testimonianza di un ritrovato rapporto
tra architetti e amministrazione,
nei giorni scorsi c’è stato un incontro
tra l’Ordine, l’assessore Sergio Scarcia
e il nuovo dirigente dell’urbanistica
Francesco Rotondo.
Fra le altre cose,
si proverà a migliorare la funzionalità
dello sportello unico per l’edilizia e a
definire la partita del Piano Salinella.
Novità importante: su richiesta del
Comune, l’Ordine indicherà i nomi
di tre giovani architetti che potranno
collaborare con gli uffici comunali.
Infine, un passaggio sui lavori di lavori di restauro della Concattedrale.
Le perplessità degli architetti non
mancano, a cominciare dal fatto che
la progettazione è stata affidata ad un
ingegnere e non ad un architetto. L’Ordine
si è già interfacciato con la Soprintendenza
e la scoperta che è stata
fatta è davvero clamorosa: sull’opera
di Gio Ponti non esiste alcun vincolo
di tutela, pur trattandosi di uno dei più
grandi monumenti artistici e architettonici
contemporanei. Ne sapremo di
più nei prossimi giorni.