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Ilva, dramma indotto

Il consiglio direttivo della sezione metalmeccanica di Confindustria Taranto, riunitosi nei giorni scorsi, ha espresso “forti preoccupazioni in merito a quanto si sta determinando per le aziende dell’indotto Ilva, la cui situazione, già compromessa dai crediti pregressi vantati verso l’amministrazione straordinaria, si va ulteriormente complicando a causa dei forti ritardi nei pagamenti correnti”. Il nodo-indotto resta quindi in primo piano.

La platea delle imprese presenti al direttivo, infatti, ha unanimemente manifestato i disagi derivanti dalla situazione attuale: le fatture vengono saldate solo dopo mesi oltre la scadenza andando a gravare su una condizione, come dicevamo, già fortemente compromessa dalle oramai note vicende legate ai crediti pregressi (150 milioni complessivi) rientrati nella massa del passivo e di fatto non più nella disponibilità delle aziende. “Se non ci fosse stata, a monte, questa condizione già molto penalizzante – dichiara Antonio Lenoci, presidente della sezione metalmeccanica – oggi queste aziende sarebbero sicuramente in grado di gestire i ritardi nei pagamenti delle fatture. Così purtroppo non è: i bilanci chiusi al 31.12.17 evidenziano uno stato di forte sofferenza per tutte le realtà imprenditoriali coinvolte nella vicenda e un conseguente peggioramento del rating. Chi fa impresa sa cosa significa: perdere credibilità e non essere più in grado di competere sui mercati”.
La situazione attuale – è stato inoltre sottolineato, da parte dei presenti, nel corso della riunione – non consente, per evidenti motivi, di agganciare quella ripresa che è stata prospettata dalle più recenti analisi di Confindustria e Cerved, che hanno evidenziato una sensibile risalita dalla crisi delle aziende del Mezzogiorno. Queste aziende – è stato sottolineato nel corso dell’incontro– non meritano che tale rilancio possa escludere proprio le loro realtà, ritenute strategiche per tutto il sistema, le stesse che hanno consentito la continuità produttiva dell’Ilva in tutte le sue fasi, con particolare riferimento proprio al periodo di passaggio all’amministrazione straordinaria. Un periodo in cui – va ricordato – le aziende dell’indotto hanno svolto i lavori commissionati interfacciandosi con commissari di emanazione governativa che, subentrando alla parte privata, assegnavano alle imprese ulteriori garanzie sulla solidità dei pagamenti nel rapporto di fornitura. Di fatto, come oramai purtroppo noto, tali garanzie sono man mano venute meno producendo una massa creditoria di proporzioni imponenti. A questo proposito, il consiglio direttivo plaude alla richiesta di incontro avanzata ai commissari Ilva, per il 16 maggio prossimo, da parte del Sindaco di Taranto Rinaldo Melucci. Anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha convocato un tavolo di discussione sulla vertenza Ilva.
Sulla questione appalto, il consigliere regionale di Dit-NcI Renato Perrini dice che “la situazione è critica. Anzi, drammatica. E’ un momento particolarmente difficile”. Ad intervenire anche la deputata tarantina di Fratelli d’Italia Ylenja Lucaselli: “Da Confindustria arriva un serio allarme sulle condizioni dell’indotto Ilva. Da mesi si affollano richieste d’aiuto da parte di varie imprese oramai in difficoltà nel reggere l’urto di crediti pregressi che stanno assumendo un peso insostenibile. Si tratta di un’urgenza su cui Fratelli d’Italia ha cercato di interessare da tempo il governo, con un’interrogazione a mia firma. Al di là dei tweet vagamente sloganistici del ministro Calenda, ci sono circa 4 mila aziende su tutto il territorio nazionale che attendono risposte dalla gestione commissariale, e il ritardo grava sulla competitività e i livelli occupazionali”.