«Tutto è cominciato esattamente tre anni fa, il 27 gennaio 2017». Si commuove Ignazio D’Andria quando davanti ai ragazzi e alla ragazze della IV F del Liceo Aristosseno racconta come è cominciata la sua avventura e l’avventura di Taranto con Nadia Toffa.
Nei venti metri quadrati del Minibar non c’è quasi più spazio per respirare, tutti ascoltano in silenzio e con visibile commozione le parole di Ignazio, che mostra quella storica divisa da Iena che i genitori di Nadia hanno voluto donargli. È quasi incredibile la genesi di quella scintilla che ha fatto scoccare un amore così intenso tra Nadia e la Città che poi le ha donato la cittadinanza onoraria.
La storia di quell’abbraccio immenso nasce quindi in quel piccolo bar di Piazza Gesù Divin Lavoratore. «Sette-otto anni fa, adesso non ricordo più – racconta Ignazio – vidi entrare questa ragazza. Mi chiese di andare in bagno e la feci accomodare. Non sapevo chi fosse. Dopo parecchi minuti, non vedendola uscire, chiesi se avesse bisogno di qualcosa. Fu a quel punto che uscì con giacca e cravatta nera, camicia bianca e mi disse: “Sono una Iena”. La nostra amicizia è cominciata così».

Ignazio D’Andria
Ma il 27 gennaio di tre anni fa, Nadia dal Minibar del rione Tamburi lanciò la strepitosa campagna “Ie Jesche pacce pe te” con la vendita delle famose magliette che frutteranno oltre trecentomila euro, grazie ai quali è stato possibile allestire lo spazio di oncoematologia pediatrica all’ospedale Santissima Annunziata.
«In verità -spiega Ignazio – le magliette erano nate già prima con un altro obiettivo: erano soltanto un modo per riportare la classica frase d’amore tra due persone, con un’altra t-shirt che riportava la risposta “Pure ie pe te”. Fu mio fratello a lanciarmi l’idea di utilizzare quella t-shirt per una campagna di beneficenza. Nadia, che già da anni si occupava dei nostri problemi ambientali e del rione Tamburi, sposò subito l’iniziativa. Come sapete, è stato un successo enorme».
Nadia oggi non c’è più. Se l’è portata via – amara ironia della sorte – proprio quel demone che, con le sue armi televisive, aveva combattuto per difendere i bambini di Taranto e dei Tamburi in particolare. E i bambini sono ancora in cima alle preoccupazioni del rione Tamburi: «Qui ci sono molti bambini autistici», spiega Ignazio circondato da alcune mamme purtroppo interessate a questo disagio. «Vogliamo creare degli spazi adeguati per questi bambini. Loro – racconta una mamma col suo piccolo e vivacissimo figlio autistico – hanno difficoltà ad entrare nel nostro mondo. Siamo noi che dobbbiamo sforzarci di capire loro». Un’altra sfida è iniziata.
Enzo Ferrari
Direttore Responsabile