I l 5 marzo nasceva cent’anni fa a Bologna nel Quartiere santo Stefano, uno dei più grandi intellettuali del nostro tempo, un artista poliedrico, una delle menti più brillanti che l’Italia abbia mai avuto, poeta, scrittore, registra cinematografico attivista politico, Pier Paolo Pasolini fu ammazzato 2 novembre del 1975 sulla spiaggia di Ostia. Questa immagine mi riporta a una delle più belle poesie ovvero “L’alba meridionale”.
L’ALBA MERIDIONALE
Torno… e una sera il mondo è
nuovo,
una sera in cui non accade nulla
– solo,
corro in macchina – e guardo in
fondo
all’azzurro le case del Prenestino
-l
e guardo, non me ne accorgo, e
invece,
quest’immagine di case popolari
dentro l’azzurro della sera, deve
restarmi come un’immagine del
mondo
(davvero chiedono gli uomini
altro che vivere?)
– case qui piccole, muffite, di
crosta bianca,
là alte, quasi palazzi, isole color
terra,
galleggianti nel fumo che le fa
stupende,
sopra vuoti di strade infossate,
non finite,
nel fango, sterri abbandonati, e
resti
d’orti con le loro siepi – tutto
tacendo
come per notturna pace, nel
giorno. E gli uomini
che vivono in quest’ora al
Prenestino
sono affogati anch’essi in quelle
strie
sognanti di celeste con sognanti
lumi
– quasi in un crepuscolo che mai
si debba fare notte – quasi consci,
in attesa di un tram, alle finestre,
che Fora vera dell’uomo è
l’agonia –
e lieti, quasi, di ciò, coi loro
piccoli,
i loro guai, la loro eterna sera –
ah, grazia esistenziale degli
uomini,
vita che si svolge, solo, come
vera,
in un paesaggio dove ogni corpo
è solo
una realtà lontana, un povero
innocente.
Torno, e mi trovo, prima d’un
appuntamento
da Carlo o Cartone, da Nino a
Via Rasella
o da Nino a Via Borgognone in
una zona
oggetto di mie sole
frequentazioni…
Due o tre tram e migliaia di
fratelli
(col bar luccicante sullo spiazzo,
e il dolore, spento nelle coscienze
italiane,
d’essere poveri, il dolore del
ritorno a casa,
nel fango, sotto nuove catene di
palazzi)
che lottano, si colpiscono, si
odiano tra loro,
per la meta di un gradino sul
tram, nel buio,
nella sera che li ignora, perduti
in un caos che il solo fatto d’appartenere a
un rione remoto
lo delude nel suo essere una cosa
reale.
Io mi ritrovo il vecchio cuore, e
Pago
il tributo ad esso, con lacrime
ricacciate, odiate, e nella bocca
le parole della bandiera rossa,
le parole che ogni uomo sa, e sa
far tacere.
Nulla è mutato! siamo ancora
negli Anni Cinquanta!
siamo negli Anni Quaranta!
prendete le armi!
Ma la sera è più forte di ogni
dolore.
Piano piano i due tre tram la vincono
sulle migliaia di operai, lo
spiazzo
è quello dei dopocena, sul fango,
sereno,
brilla il chiaro d’una baracca di
biliardi,
la poca gente fa la coda, nel
vento
di scirocco di una sera del Mille,
aspettando
il suo tram che la porti alla buia
borgata.
La Rivoluzione non è che un
sentimento.
Pier Paolo Pasolini
Poesia in forma di rosa
(1961-1964),
Garzanti, Milano 1964.
Guardo queste immense case schierate sotto l’azzurro di un cielo tempestoso, case ricche di umanità, sento le loro urla, i bambini che giocano, gli schiamazzi, le risate, qui la gente ha bisogno di urlare perché nessuno le dà voce. Paolo IV fa parte di Taranto, nella regione Puglia. Paolo VI dista sei chilometri km da Taranto ospita 17330 abitanti. Sorge a 50 m sul livello del mare poiché confinante con Mar Piccolo. Qui nasce la periferia, ai confini della citta orientata ad ampie visioni, guidata da nuovi paradigmi e conformata da rinnovati dispositivi progettuali. Le grandi periferie urbane italiane, sono figlie del modello urbanistico del novecento, essenzialmente basato sull’azione congiunta di tre R: risorse pubbliche, rendita e regolazione che ne hanno fortemente segmentato lo sviluppo. Gli abitanti sono caratterizzati da un forte spirito di appartenenza, qui fa leva la resilienza, la quale permette agli abitanti di superare ogni difficoltà. Gli edifici abitati da famiglie appartenenti ad epoche diverse, fanno sì che il tutto diventi una grande famiglia.
Niente è muto. I ragazzi giocano felici tra di loro ma una volta raggiuta la maggiore età, nella maggioranza dei casi, sono costretti per il loro futuro, ad emigrare nelle grandi metropoli italiane, abbandonando quasi totalmente il loro luogo di nascita, ma portandosi con se il bagaglio emotivo di ricordi appartenenti al loro passato. Le tradizioni fanno da padrone e rendono il quartiere ancora più ricco di calore e di conseguenza rendono tutto più accogliente. Le strade sono affollate, certe volte anche sporche infossate e non finite. La gente si saluta con ardore, con fare fraterno, dandosi pacche sulla spalla amichevolmente. Passano i bus stracolmi di gente provenienti da Taranto, la gente scende dalle fermate, per rientrare nelle proprie abitazioni, gente affaticata, ragazzi con zaini pesanti sulle spalle, i quali non vedono l’ora di assaporare e sentire il profumo della minestra calda preparata, con tanto amore, dai genitori. Arrivata la notte dove il silenzio domina, si riesce ugualmente ad ascoltare il rombo delle auto provenienti dal comune vicino. Qui nulla è muto!
Rossella DE GREGORIO