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Tangenti, in quattro tornano in libertà

Tangenti e voto di scambio: sono tornati in libertà il 46enne Vincenzo Di Canio, ex assessore ai lavori pubblici di Ginosa, il dirigente quarantenne Vincenzo De Molfetta, il tecnico comunale di sessantatreenne Alfredo Clemenza e l’imprenditore settantenne Enrico Grilli.

La decisione è stata adottata dal Tribunale dei Riesame, presieduto dalla dottoressa Paola Morelli, che ha accolto le richieste fomulate dagli avvocati Carlo e Claudio Petrone, che difendono Grilli, gli avvocati Andrea Silvestre e Anna Maria Condemi che assistono De Molfetta, gli avvocati Franz Pesare e Armando Pasanisi, difensori di Di Canio e gli avvocati Gaetano Vitale e Raffaele Strada, difensori di Clemenza.
Di Caio, De Molfetta e Clemenza il 23 maggio scorso erano finiti nella casa circondariale di largo Magli, Grilli agli arresti domiciliari.

Quattro giorni dopo il giudice delle indagini preliminari aveva concesso i “domiciliari” a De Molfetta e, successivamente anche a Di Canio e a Clemenza.

Tre settimane fa i finanzieri del Gruppo di Taranto avevano notificato ai quattro le ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip del Tribunale di Taranto, Vilma Gilli, su richiesta del sostituto procuratore, Maurizio Carbone.Secondo gli investigatori delle Fiamme Gialle, Enrico Grilli, vicepresidente di una cooperativa specializzata nella edilizia residenziale avrebbe consegnato 6mila euro all’allora assessore ai Lavori Pubblici, per consentire alla società di aggiudicarsi un appalto del valore di circa 800mila euro per la costruzione di un centro educativo diurno per minori, nelle campagne di Ginosa.

Le indagini hanno consentito di accertare che il lavoro in appalto era finanziato dalla Regione Puglia nell’ambito del programma operativo f.s.r. 2007/2013 e che gli amministratori pubblici si sarebbero attivati per indurre in errore l’ente erogante, producendo false documentazioni tecniche per poter ottenere il finanziamento. Dalle indagini è emerso, inoltre, che Di Canio, candidato alle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale di Ginosa, nel maggio del 2011, avrebbe promesso a più votanti l’esecuzione di lavori di urbanizzazione anche non previsti dal piano di pubblico appalto, per ottenere il loro consenso elettorale.