Dove va Taranto? Quale direzione deve imboccare la ex capitale della Magna Grecia, e forse prossima ex capitale dell’acciaio, per raggiungere, o almeno provare a farlo, un futuro? Per molti, la strada da percorrere è quella che conduce a Linz, cittadina austriaca che, complice la puntata del 27 gennaio del programma d’informazione Presadiretta, è stata indicata come possibile modello da seguire per vedere la meta di un’industria ‘sostenibile’ dal punto di vista dell’ambiente e, quindi, della salute.
Ma la fabbrica del gruppo VoestAlpine, più piccola di quella ionica ed inserita in un contesto molto diverso dal nostro, rappresenta solo una parte del complesso prisma che riflette il rapporto tra l’industria pesante per eccellenza, quella siderurgica, ed il territorio che la ospita.
Più volte gli ambientalisti tarantini hanno citato la spagnola Bilbao, divenuta sinonimo di Guggenheim Museum, e Pittsburgh, ‘Steel City’, il più importante centro siderurgico americano prima dell’abbandono della vocazione industriale e della riconversione, che ne hanno fatto una città di 350.000 abitanti la cui economia è fondata sui campus universitari, l’hi-tech ed i servizi. Si sono spente le ciminiere e s’è accesa una città nuova, moderna, colta, definita “il miglior posto dove vivere in America” dal David Savageau’s Places Rated Almanac. Un sogno ecologista, diventato realtà.
Ma sempre RaiTre, stavolta tramite Report del 12 maggio, ha indicato un’altra strada, il ‘bivio sbagliato’. A Youngstown, Ohio, Stati Uniti, è andata in scena la deindustrializzazione selvaggia. “Tra il 1978 ed il 1979 le acciaierie hanno chiuso” ha spiegato al cronista Michele Buono il sindaco della città americana, Chuck Sum-marone “e sono spariti 50.000 posti di lavoro. Gli abitanti sono crollati, da 165.000 a 63.000, il valore delle case è calato in maniera verticale”.
Mentre il sindaco parlava, sullo schermo andavano in onda le immagini del borgo cantato anche da Bruce Springsteen nell’omonima canzone: un alternarsi di case diroccate, strade semideserte, povertà diffusa. A causare il tracollo, ha spiegato Summarone, “le norme ambientali da rispettare. Le aziende hanno preferito chiudere”.
Oggi Youngstown è inserita nella Rust Belt, la ‘cintura di ruggine’, quel susseguirsi di città che erano il cuore industriale d’America e che si sono ‘arrugginite’, avendo avuto decisamente molta meno fortuna di Pittsburgh. Quella fascia oggi è costellata di acciaierie e laminatoi spenti ed abbandonati. Un’enorme Bagnoli, il deserto post-industriale incubo di chi difende la fabbrica.
La Cgil ha provato a indicare il modello tedesco, puntando su Duisburg. Una delegazione della Fiom, lo scorso settembre, ha preso l’aereo ed ha visitato l’impianto della ThyssenKrupp per “esaminare le condizioni tecnico ambientali che hanno portato a rendere compatibile la presenza di uno stabilimento siderurgico a ciclo integrale (comparabile con Taranto in termini di dimensioni e di produzione acciaio) con il territorio e la popolazione”. Anche in Renania, quindi c’è un’area a caldo, e si possono produrre 12 milioni di tonnellate all’anno di acciaio. Ma “Duisburg, come del resto tutte le città del bacino della Ruhr” si legge sul sito dell’ente tedesco per il turismo “ha capito le opportunità che si celano in questa nuova fase della sua storia e si è trasformata in un centro culturale di grande importanza. I fiori all’occhiello sono il teatro di prosa, il teatro dell’opera sul Reno e l’orchestra filarmonica, ma anche i festival, come il Duisburger Akzente e il Traumzeitfestival, entrambi noti e apprezzati in tutto il mondo.
Le attrazioni da visitare sono davvero tante, soprattutto per gli amanti della cinematografia: il filmforum, uno dei primi cinema comunali in assoluto, mostra vere e proprie perle della storia del cinema. Tra queste una copia di ‘Viaggio nella luna’ di George Méliès, girato nel 1902, il capolavoro ‘La corazzata Potemkin’ di Sergej Eisenstein, lavori dei fratelli Lumière e oltre 60.000 locandine e fotografie. La settimana del cinema di Duisburg, il festival più importante dedicato ai documentari in lingua tedesca, viene organizzato nel cinema sulla piazza Dellplatz, che offre la cornice ideale per questa manifestazione. Molto amato è anche il programma estivo che offre ogni anno agli oltre 30.000 spettatori proiezioni cinematografiche all’aperto, davanti agli altiforni del parco Duisburg-Nord. Alla fine di ogni spettacolo le illuminazioni del famoso artista Jonathan Park immergono l’acciaieria in un bagno di colore, creando un’atmosfera magica”.
Il Siderurgico come attrazione turistica, quindi, anche grazie alle continue migliorie tecnologiche che lo caratterizzano. Nel rapporto pubblicato dalla Cgil si spiega che “la cokeria è stata ricostruita completamente a circa 1 km di distanza rispetto alla precedente che era a ridosso del centro abitato (…) A fronte della dismissione della vecchia cokeria hanno utilizzato tutti gli spazi resi disponibili in quella zona ed in quelle vicine per creare spazi verdi essenzialmente con prati ed alberi, oltre che per funzioni estetiche, anche per limitare l’innalzamento di polvere ed attutire il rumore. Il verde è curato attentamente da una ditta esterna specializzata”.
In un 2003 che oggi pare davvero lontanissimo, infine, la Cisl organizzò il convegno Taranto Vision 2020, con l’obiettivo di ‘importare’ l’esperienza della città canadese di Hamilton, che ospita un’importante – e moderna – acciaieria e nel contempo ha altissimi standard di qualità della vita e di tutela ambientale.