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Fiamme al collega per scherzare. Operaio dell’Ilva torna in libertà

“Resipiscenza”. Ha usato questa formula, che in ambito giuridico è sinonimo di ‘pentimento operoso’, la gip Wilma Gilli per motivare la remissione in libertà dell’operaio Ilva che, due mesi fa, diede fuoco ‘per scherzo’ ad un collega. Il quale ha ricevuto un’accorata lettera di scuse, nella quale viene chiesti perdono per quel gesto che è costato al suo autore l’arresto e un procedimento disciplinare. Insieme ad altri complici, l’indagato ha cercato di depistare le indagini sostenendo con i carabinieri che il collega fosse stato vittima di un infortunio sul lavoro accaduto mentre scendeva da una macchina operatrice.

E invece l’uomo ferito, un operaio tarantino 38enne, dipendente dello stabilimento Ilva, in servizio nel settore Pulizia Piazzali, aveva subito ustioni molto serie a causa del gesto sconsiderato di un suo collega il quale gli ha cosparso sulla parte bassa dell’addome e sulle gambe alcool che teneva in una bottiglietta di plastica, dandogli fuoco. Il ferito, subito soccorso dai colleghi, fra cui anche il presunto autore, venne trasportato dapprima all’ospedale Santissima Annunziata, dove furono riscontrate ustioni alle gambe, all’addome e alla mano destra, tanto serie da rendere necessario il trasferimento al Policlinico di Bari. Ora il suo collega, assistito dall’avv. Fausto Soggia, è tornato in libertà.

G.D.M.