Il cinema ci ha abituati ai ghostbuster, o cacciatori di fantasmi. In città invece, a quanto pare, ultimamente si assiste al fenomeno inverso: sono i ‘fantasmi’ a cacciare… in questo caso i benzinai. Insorgono le associazioni. Confcommercio parla di “Impianti carburante senza personale” e di una legge che “c’è, ma non viene rispettata” riprendendo un’antica battaglia. Otto mesi fa il Comune di Taranto annunciava l’emanazione di un’ordinanza con la quale sarebbe finalmente giunta a soluzione la problematica degli impianti di distribuzione di carburante senza personale, i cosiddetti ‘impianti ghost’. Impianti non serviti, costituiti da uno o più apparecchi a semplice, a doppia o multipla erogazione di carburante, non dotati di struttura sussidiaria.
A darne conferma -nel corso di un incontro con la delegazione della categoria – fu l’allora dirigente delle Attività Produttive, Michele Maticheccia. Ad oggi la problematica resta senza soluzione, non essendo stato adottato dall’Amministrazione comunale alcun provvedimento che faccia divieto di esercizio agli impianti non serviti della città, peraltro pericolosi per la pubblica incolumità, proprio perché non governati da personale preposto. Pertanto i tre impianti ‘fantasma’ siti nell’area urbana continuano ad operare in totale assenza di controllo». «Si tratta –commenta il presidente provinciale Figisc/Confcommercio Paolo Castellana – di una modalità operativa non ammessa dalla ultima normativa in materia. La legge n. 35 del dicembre 2012, relativa all’ammodernamento della rete distributiva, chiarisce infatti che tutti gli impianti devono essere dotati dell’isola servita in aggiunta a quella automatizzata. L’equivoco di fondo che ha consentito il proliferare di tali impianti, si è basato su un gioco di parole: ‘assistito’ e ‘servito’ ; ma l’impianto assistito non prevede l’obbligo di servizio. Ovviamente un impianto assistito ha costi di gestione minimi ed offre guadagni elevati; la formula, molto spinta dalle compagnie, mette in crisi i gestori di impianti che non possono ovviamente reggere la concorrenza, con grave pregiudizio per i lavoratori delle imprese del settore». La categoria sollecita ancora una volta l’attenzione dell’Amministrazione comunale e chiede «che si mettano al più presto in atto tutti gli iter necessari per dare piena attuazione alla legge regionale in materia». In mancanza di risposte, si preannunciano azioni di lotta. Fin qui Confcommercio. Ma, gli impianti ‘fantasma’ fanno ‘il pieno’ di dissensi. A scendere in campo è anche la Confesercenti contraria al “proliferare quasi indisturbato di impianti per la distribuzione di carburante self-service”. «La novità può sembrare innocua – spiega il presidente Vito Lobasso – in realtà sta determinando un forte squilibrio nell’ambito di una categoria già in forte difficoltà. Infatti, sono molti i colleghi che stanno decidendo di ricorrere al ridimensionamento degli impianti con il conseguente ricorso alla cassa integrazione in deroga prima della messa in libertà del personale. Sono decine le famiglie che vivono dell’attività di carbodistribuzione e decidere di lasciar fare a queste grandi compagnie del self-service non può considerarsi un bene. Nell’impianto assistito l’automobilista è servito da personale attento e qualificato che non si limita a mettere carburante, ma che spesso consiglia, orienta, informa. Non contestiamo, nè l’abbiamo mai fatto, il progresso, ma serve equilibrio e da questo punto di vista non ci sembra che chi di competenza voglia dare una regolamentazione e una programmazione». Una giungla, la definisce Confesercenti chiedendo una «presenza più marcata e decisiva dell’amministrazione comunale».