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L’economia tiene? La favola della Cdc

«Un quadro economico sostanzialmente stabile nonostante il rallentamento della produzione siderurgica».

Secondo il presidente della Camera di Commercio Luigi Sportelli, l’economia, in riva ai due mari, tiene botta. I dati che lui stesso snocciola nella relazione presentata ieri in occasione della Giornata dell’Economia, sulla carta, gli danno ragione. Purtroppo, però, la carta non si può mangiare…

«Il valore delle localizzazioni attive, dal 2009 al 2012, cresce di ben 508 unità – dice il presidente della Cdc. Nella classifica delle province italiane per saldo delle imprese attive tra il 2009 ed il 2012, Taranto si posiziona al 30esimo posto sul totale di 105 province, registrando una performance migliore – fatte le dovute differenze dimensionali – di alcune tra le principali province italiane quali Milano, Torino, Verona e Bologna e, con riferimento all’area regionale, migliore di Bari».

Come spiegare al numero uno della Camera di Commercio, che con i dati e le classifiche non è possibile farci la spesa? In tutta la provincia ionica non c’è azienda che non abbia fatto ricorso agli ammortizzatori sociali, nella speranza (il più delle volte vana) che la ripresa abbia inizio prima del fallimento. Le saracinesche, in centro come in via Liguria e via Cesare Battisti, continuano ad abbassarsi quotidianamente. Le vetrine si svuotano, preludio della ormai classica “chiusura per liquidazione”.

Nonostante la situazione occupazionale e produttiva a dir poco disastrosa, il presidente Sportelli non disdesgna uno sguardo al futuro: «Un nuovo rinascimento si prefigura per questo territorio: sono in cantiere moltissime progettualità ed iniziative che stanno risvegliando il senso civico ed il senso di appartenenza facendo venir fuori Taranto da quell’anima dormiente che spesso l’ha caratterizzata».

Apprezzabile lo spirito positivo con il quale Sportelli ha esposto i dati riguardanti l’economia ionica ma la realtà è ben altra cosa: in ogni famiglia, a causa della crisi economica, c’è un cassintegrato, un disoccupato o un lavoratore a nero. Va bene l’ottimismo ma bisogna iniziare a pensare a delle soluzioni capaci di mitigare la pesante congiuntura economica.

Anche oggi l’edizione di Taranto Buonasera è un esempio lampante della gravità della situazione: lavoratori dell’indotto del Comune in protesta sotto Palazzo di Città, così come i dipendenti della cooperativa L’Ancora che hanno bloccato il traffico delle auto che percorrevano la ringhiera. E poi l’Eni (il progetto Tempa Rossa potrebbe essere spostato altrove) e la Cementir (si viaggia verso la chiusura dell’area a caldo ed il contestuale taglio della metà dei posti di lavoro) ed infine l’Ilva. Senza tralasciare la vertenza riguardante la sanità sia pubblica che privata. Come detto, la realtà è ben altra cosa.