TARANTO – Incinta, arriva in ospedale , entra in coma e partorisce. E’ accaduto all’ospedale Santissima Annunziata. Erano le 3 del mattino del 18 maggio scorso quando giunge, a bordo di auto, una donna di 47 anni, gravida alla 29a settimana. Scende a fatica dall’auto. Inviata con priorità al triage, mostra segni evidenti di malessere, peggiora al punto da cadere in coma ed i medici del pronto soccorso constatano un coma profondo. Palesata la gravità del caso, i medici del pronto soccorso, allertano i reparti di radiologia, anestesia e rianimazione. Si apprende che la donna è alla sua prima gravidanza dopo venti anni di tentativi, anche con tecniche di fecondazione assistita.
La donna viene sottoposta ad una TC Cranio che evidenzia una “emorragia cerebellare vermiana superiore mediana – paramediana destra con inondazione ed iniziale dilatazione ventricolare”. La diagnosi non lascia margini di spazio interpretativi: è necessario agire e in fretta. Accanto alla paziente si concentrano i responsabili di turno di ben cinque reparti, (Anestesia e Rianimazione, Neurochirurgia, Ostetricia e Ginecologia, Terapia Intensiva Neonatale, Radiologia) i quali dopo un rapido e impegnativo consulto, decidono di posticipare il completamento Angio-Tc dopo il parto cesareo, al fine di evitare l’elevato carico di raggi x al feto. La decisione successiva dei medici collima con il sogno di una vita della coppia, e, ancor più, della donna: partorire, dare la vita ad un bambino atteso per tanti anni. Avrebbe voluto certamente essere vigile e partecipare attivamente al parto la futura mamma, ma lo stato di coma le impedisce la collaborazione finale. Con fredda e responsabile lucidità il parto viene eseguito: alla luce un neonato del peso di 1540 grammi. La mamma viene ricondotta in radiologia ed eseguito un nuovo esame Tc, completato con Angio-Tc, che mostra la presenza di una “malformazione vascolare cerebrale” quale causa dell’emorragia avvenuta. L’equipe notturna decide di affrontare l’intervento. La notte è lunga e gli interventi si susseguono a ritmo incalzante, mentre il parziale ottimismo, dei medici, sino a quel momento, lo si intercetta negli sguardi rapidi e nei visi meno tirati. È l’alba. E’ andata bene. La neo mamma esce dal coma dopo tre lunghi giorni con un ottimo decorso post-operatorio. I continui miglioramenti spingono i medici tarantini, a trasferirla presso un centro specializzato di Neuroriabilitazione. Attualmente il bambino è presso il reparto di Neonatologia ed ha raggiunto il peso di 2500 grammi. La mamma recupera con tenacia e determinazione lo stato di salute fortemente compromesso inizialmente, anche perché deve abbracciare suo figlio, quel figlio atteso oltre vent’anni.