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Don Nino, da 40 anni prete di frontiera

“Ti vogliamo bene”. Così recitava uno striscione che campeggiava ieri nella chiesa San Francesco de Geronimo del rione Tamburi in occasione dei 40 anni di sacerdozio di don Nino Borsci: il prete di frontiera.

All’evento era presente anche l’arcivescovo di Scutari monsignor Angelo Massafra.

La chiesa era gremita all’inverosimile. I “tamburini” hanno voluto abbracciare don Nino per quanto ha dato, in questi anni, al quartiere.
Don Nino Borsci, oltre ad essere parroco della chiesa San Francesco de Geronimo, è direttore di Caritas Diocesana di Taranto, fondatore e presidente della Comunità terapeutica Airone. Nel corso dell’incontro mons. Massafra ha lanciato un appello contro “l’ingordigia”. Il riferimento era alle problematiche riguardanti il siderurgico. Secondo l’Arcivescovo di Scutari, infatti, ambiente e lavoro possono e devono coesistere.
Don Nino Borsci ha vissuto durante i cosiddetti “anni di piombo”, nel corso dei quali, soprattutto al rione Tamburi, gli agguati a colpi di pistola erano all’ordine del giorno.

«Nel giro di 3 anni ho dovuto cambiare i vetri della mia chiesa diverse volte, a causa delle esplosioni di bombe intimidatorie della mala – ricorda don Nino. La maggior parte delle morti per omicidio, però, sono avvenute nel nostro quartiere. La condizione sociale del quartiere, formata da operai dell’industria, da pescatori, da ferrovieri, è mutata quando nel 1976/77 furono costruite le cosiddette case parcheggio dove vennero trasferite dalla città vecchia ma anche da altre parti della città circa 400 famiglie, a cui fu promesso che avrebbero avuto sistemazioni in abitazioni più dignitose, in particolare nel quartiere Paolo Vi dove si stava costruendo molto. Quest’isola un po’ depressa ha condizionato in maniera negativa la vita del quartiere, con l’introduzione di fenomeni legati allo di spaccio di droga, ai problemi di devianza e di forte lacerazione del tessuto sociale».

Anche per questo, sul finire degli anni 80, nacque l’associazione Airone che, inizialmente, si dedicava alla formazione delle famiglie, poi si aprì il centro ascolto ed infine la comunità terapeutica.

Ora la comunità Airone ha otto centri sparsi per tutta la provincia ed anche fuori. Il primo centro fu quello di Martina, poi Crispiano, S. Vito, Manduria, Palagiano, Trepuzzi in provincia di Lecce ed ora anche a Bari, in via Amendola, c’è un centro di ascolto».

Commoventi i contribuiti dei ragazzi dell’Azione Cattoilica, degli scout e di Roberto Falcone.