Vanno verso il processo il primario del reparto di Ortopedia di Castellaneta, il dottor Vito Nicola Galante, ed i ‘fratelli’ della sanità pugliese, Gianpaolo e Claudio Tarantini.
Parola al giudice dell’udienza preliminare, dopo le accuse nate dalle dichiarazioni di ‘Gianpi’ nell’ambito del fascicolo madre sulla vicenda che ruota attorno ai Tarantini. L’Ortopedia di Castellaneta nel 2009 ha acquistato protesi dalla Tecno Hospital per 639.000 euro: in cambio – secondo l’accusa – il primario Galante avrebbe ottenuto dai Tarantini biglietti aerei, un soggiorno in Svizzera, il pagamento delle spese per congressi medici ed un tramite con la politica regionale.
C’è poi l’accusa di aver truccato nel 2008 l’appalto per 20 trapani ortopedici: gara che, secondo i pm, sarebbe stata cucita su misura per Tarantini. Sull’Ortopedia di Castellaneta, fece sapere dopo l’arresto (ai domiciliari) di Galente l’allora assessore regionale Fiore, già nel 2010 un’inchiesta interna aveva evidenziato modalità di gestione degli acquisti «inopportune e anomale», rispetto alle quali la Asl era corsa ai ripari.
Nell’inchiesta uscì il nome anche del consigliere regionale ed ex segretario pugliese del Partito Democratico, Michele Mazzarano – risultato poi estraneo alla vicenda -: «Galante – fa mettere a verbale Gianpaolo Tarantini il 17 novembre 2009 – mi chiese di incontrare Mazzarano perché questo aveva influenza su Colasanto, direttore generale Asl Taranto. Li feci incontrare nella sede Pd un paio di volte, sia per il trasferimento sia per i problemi che Galante aveva nel suo reparto di ortopedia a Castellaneta a seguito della nomina del nuovo direttore sanitario. Mazzarano parlò con questa persona per aiutare Galante. Il dott. Galante aveva fatto una grossa richiesta di forniture ospedaliere. Dissi a Mazzarano di intervenire presso Colasanto promettendogli una tangente di un importo pari a 50.000 euro, cosa che lui fece. La gara era di 600.000 euro, la vinsi con la Tecnohospital ma poi la stessa fu sospesa per un ricorso di un’altra ditta concorrente. Non ho più pagato la tangente».