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“In quei tir rifiuti radioattivi”, è allarme

Non solo i fumi dell’Ilva ed i miasmi – e gli scarichi in mare – dell’Eni. Taranto e la sua provincia sono anche terra di discariche, e da una di queste – l’Italcave di Statte – arriva un nuovo caso per il martoriato ambiente ionico. E’ stato il portale radiometrico di cui la discarica è dotata a far scattare l’allarme, risuonato una settima fa quando un tir proveniente dalla Campania e che trasportava fanghi di depurazione s’è presentato ai cancelli dell’impianto. 

Durante i controlli di routine il rilevatore di radiazioni ha lanciato il segnale della presenza di ‘radio-nuclidi’: insomma, rifiuti radioattivi. Il carico è stato bloccato e spedito indietro per ulteriori controlli, visto che il portale segnala la presenza di radioattività ma non ne indica i livelli, se sono entro o fuori i limiti stabiliti dalle norme.

“I nostri macchinari ci segnalano anche la minima irregolarità. Abbiamo mandato il carico indietro, aspettiamo una relazione dettagliata” spiega l’amministratore delegato dell’azienda, Gianni De Marzo, da noi contattato.

Di “vicenda preoccupante” ha parlato invece il responsabile regionale dei Verdi ecologisti della Campania Francesco Emilio Borrelli, la cui segnalazione ha reso il caso di pubblico dominio. “La possibilità che vengano smistati rifiuti radioattivi ci spinge a lanciare un grado di allarme non solo per le popolazioni locali ma anche per i dipendenti degli impianti che lavorano a contatto con questi fanghi”.

Borrelli chiede all’assessore regionale campano all’Ambiente, Giovanni Romano, “di muoversi celermente per affrontare il dramma depurazione in Campania che è ancora lontano dall’essere risolto”. Italcave ha partecipato a un bando di gara emanato dal commissario delegato della Regione Campania, aggiudicandosi l’appalto per smaltire i fanghi di depurazione dell’impianto di Acerra: una commessa importante e lucrosa, da 30.000 tonnellate. Ma già tra il 2010 ed il 2011 venne firmato un protocollo d’intesa per l’emergenza rifiuti di Napoli, per tre mesi venne garantito lo smaltimento di 45.000 tonnellate di rifiuti nelle tre discariche tarantine.