TARANTO – Un nuovo sciopero é iniziato stamattina all’Eni. A protestare i lavoratori delle ditte appaltatrici che, come già nei giorni scorsi, hanno bloccato i varchi d’ingressi. Più compatti questa mattina, hanno bloccato anche le autobotti.
Alla protesta, indetta da Cgil, Cisl e Uil, aderisce anche lo Slai Cobas per il sindacato di classe, che ha chiesto al prefetto Claudio Sammartino di convocare un incontro per dare “immediata garanzia di lavoro e salario agli operai, in sciopero già da tempo, e pretendere dall’Eni e dalle ditte interessate il rispetto dei contratti. I sindacati invocano il rispetto dei contratti che prevede il mantenimento dei livelli occupazionali anche in caso di passaggio dell’appalto da una ditta all’altra. E’ stata invece già dichiarata la mobilità per 13 dipendenti della Rendelin.
«Mentre anche questa mattina nulla ancora si muove per arrivare ad una giusta soluzione per tutelare lavoro e salario dei lavoratori dell’appalto Eni che sono giustamente stanchi ed esasperati e stanno bloccando i tre varchi – spiega Salvatore Galasso, dello Slai Cobas e dipendente della Rendelin – la polizia fa pressione, con intimidazione di repressione verso gli operai che pacificamente stanno presidiando il varco 2 dove passano le autobotti, rallentando il loro ingresso. Gli operai chiedono il diritto al lavoro. Non ci deve essere solo il diritto alla produzione e agli utili dell’Eni, mentre agli operai viene perfino negato il diritto di vivere loro con le loro famiglie».
Notevoli i rallentamenti al traffico stamattina e i disagi per gli automobilisti che transitavano nei pressi dell’Eni, dove si sono formate lunghe code di autobotti e che attendevano di poter entrare nella raffineria.
La decisione di scioperare da venerdì scorso é stata presa a fronte del mancato rientro dei lavoratori della De Pasquale e della Rendelin, mentre allo stesso tempo quest’ultima ditta ha dichiarato l’apertura del procedura di mobilità. Gli operai avevano già scioperato a giugno. Circa venti invece di dipendenti della De Pasquale che da mesi aspettano di essere transitati nell’azienda subentrante. Lavoratori e sindacati sperando i arrivare a risultati concreti, come alla clausola della salvaguardia per il passaggio immediato dei lavoratori in tutti i cambi di appalto e conservazione dei contratti e diritti acquisiti.
Quella delle ditte d’appalto dell’Eni é una delle diverse vertenze di un territorio, quello tarantino, in cui é sempre più l’alta l’emergenza lavoro.