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Ilva, da mezzanotte i Riva saranno liberi

Remissione in libertà per scadenza dei termini di custodia cautelare: salvo colpi di scena da mezzanotte Emilio e Nicola Riva, e l’ex direttore dello stabilimento siderurgico tarantino, Luigi Capogrosso, torneranno liberi, un anno dopo il loro arresto e la deflagrazione del caso-Ilva. Potranno essere applicate misure accessori come, ad esempio, l’obbligo di dimora.

Ma in queste ore è sulla conversione in legge del decreto salva Ilva ‘bis’ che sta salendo la tensione.

Il nodo è quello delle discariche, in testa la Mater Gratiae. Un emendamento firmato Lega Nord prevede come “le discariche a servizio degli impianti industriali” del distretto di Taranto, debbano essere autorizzate anche soltanto con la Valutazione d’impatto ambientale, cassando una serie di passaggi. Ma la maggioranza Pd-Pdl vuole blindare il provvedimento uscito dalla Camera, ed ora al vaglio del Senato, sbarrando la strada a nuovi emendamenti. Tutto questo in mezzo all’ingorgo parlamentare che sta infiammando il Parlamento.

Ordinario caos, quindi. Le carte si scopriranno lunedì quando il decreto tornerà in aula e già mercoledì potrebbe essere votato.

Domani intanto sarà l’anniversario del ‘sequestro’, quando i Carabinieri, su ordine del gip Patrizia Todisco, cominciarono a mettere i sigilli a parco minerali, cokerie, altiforni e acciaierie, mentre il 26 novembre e il 15 maggio l’inchiesta giudiziaria ha registrato gli altri picchi con ulteriori arresti e sequestri; il 9 aprile la Consulta ha dichiarato la prima legge Salva Ilva costituzionale, dopo un braccio di ferro tra governo Monti e magistratura.

Il sequestro preventivo da 8 miliardi (24 maggio) sui beni della capogruppo Riva Fire con finalitá risarcitorie sul disastro ambientale, ha innescato le dimissioni del cda il 25 maggio, il nuovo decreto il 4 giugno, ed il commis-sariamento dell’azienda con la nomina di Enrico Bondi, già amministratore delegato, nominato commissario governativo.