E’ destinato a diventare un caso (che si ripete) il pedaggio ai tassisti tarantini all’aeroporto di Brindisi.
Dopo l’appello di Uritaxi, si muove la politica. Il consigliere regionale Arnaldo Sala (Pdl) firma un’interrogazione nella quale sollecita un intervento del presidente Vendola. «La società Aeroporti di Puglia, interamente controllata dalla Regione Puglia, gestisce l’intero sistema aeroportuale pugliese, comprese le aerostazioni civili e i sedimi di loro competenza, compresa anche l’aerostazione dell’aeroporto “Papola” di Brindisi-Casale.
La stessa società Aeroporti di Puglia – spiega Sala – non ha mai inteso sviluppare il traffico passeggeri sull’Aeroporto di Grottaglie “Marcello Arlotta” che rappresenta, in quanto limitrofo, l’aeroscalo di riferimento del territorio e dell’utenza tarantina. Per questo motivo l’utenza tarantina è costretta, suo malgrado, a utilizzare gli aeroporti di Brindisi e di Bari».
Tutte premesse che portano a considerare come fuoriluogo il fatto che i soli brindisini siano in possesso dei codici di accesso alle corsie preferenziali riservate ai taxi. Gli altri devono pagare l’obolo. «Da fonti di stampa si apprende che i tassisti tarantini sarebbero costretti, loro malgrado, a pagare un ingiusto pedaggio per poter lasciare e prelevare i loro passeggeri alla aerostazione civile dell’aeroporto “Papola” di Brindisi-Casale. Tale pedaggio non viene invece richiesto agli altri operatori del settore, creando così una situazione di evidente e ingiusto danno e nocumento.
Tale pedaggio va a gravare su una categoria, quella dei tassisti tarantini, già colpita dagli effetti della crisi economica».
Sala si rivolge al presidente Vendola e all’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità Giovanni Giannini per conoscere se intendano convocare, nei modi e nei tempi più rapidi possibili, l’Amministratore Delegato di Aeroporti Puglia, dottor Giuseppe Acierno, «per chiedere se corrisponde al vero la notizia dell’applicazione dell’iniquo pedaggio e, in caso affermativo, di realizzare tutte le azioni necessarie affinché tale pedaggio venga rimosso».