Nuovi segnali di una preoccupante escalation criminale in terra jonica. Nel mirino, ancora una volta, sono finiti i rappresentanti istituzionali. A Manduria come a Lizzano.
Antonio Calò, ex sindaco della città di Manduria ed esponente di spicco del Pdl finisce nel mirino della mala. Stanotte, mentre a Lizzano si sparava contro auto, case e vetrine di esponenti politici locali, a Manduria le fiamme si sono progagate all’interno dell’azienda di calcestruzzi di proprietà di Calò.
Forse un ordigno la causa dell’incendio doloso che ha provocato la distruzione totale di tre autobetoniere parcheggiate nel piazzale dell’azienda situata sulla via per Francavilla Fontana. Nella tarda serata di ieri qualcuno ha sentito un boato ed ha dato l’allarme. Sul posto carabinieri, polizia e vigili del fuoco.
Secondo una prima ricostruzione l’ordigno sarebbe stato lanciato al centro della fila di betoniere con chiaro intento di distruggerle tutte. Solo l’intervento dei vigili del fuoco ha impedito che le fiamme si propagasseo agli altri 17 mezzi. Non ci sono telecamere nell’azienda che è in fase di ristrutturazione e per lo stesso motivo il piazzale non era illuminato.
Calò era già stato vittima di un attentato circa un anno fa. Nel maggio del 2012 un incendio fu appiccato da sconosciuti nel vecchio stabilimento vinicolo oleario di via Bizzari a Manduria, di proprietà di Calò, adibito anche a rimessa di macchine d’epoca. In quella occasione le fiamme distrussero tre auto: una Mg spider, una Fiat campagnola e una Fiat giardiniera d’epoca.
“E’ un danno incalcolabile”, dice oggi Calò che per la crisi aveva dovuto già ridurre l’organico. “Dopo questo attentato – aggiunge – cercherò di tutelare i posti di lavoro, ma non è facile in una condizione economica difficile per tutti”.
Le indagini non esclusono la natura estorsiva. Per ora Calò non ha ricevuto alcuna richiesta. “Non ho nemici” chiosa “la mia vita è dedicata al lavoro”.
Ma se Manduria piange, Lizzano non ride. I criminali alzano il tiro e sparano ancora. Altra notte di attentati in città. Dopo Donzello e Morelli un altro ex candidato Sindaco e Consigliere comunale è finito nel mirino degli attentatori. Antonio Lecce, capogruppo del Pd ha subito un attentato con le stesse modalità del grillino Valerio Morelli, anche lui consigliere comunale ed ex candidato sindaco.
La notte scorsa due colpi di fucile sono stati esplosi contro il portone dell’abitazione di Lecce e nell’attentato altri portoni vicini sono stati colpiti.
Ma non è l’unico atto registrato in nottata, perché i criminali hanno voluto colpire anche l’attività commerciale di Antonio Motolese, già vice sindaco nella precedente amministrazione Macripò e candidato nella lista di Pippo Donzello del Mir alle ultime amministrative. Anche per lui due colpi di fucile contro le vetrine del negozio di via Fontanelle che hanno provocato un danno di oltre duemila euro.
Ma a fare la conta dei danni c’è anche il vigile urbano Pasquale Castronuovo a cui, sempre stanotte, è stata danneggiata l’auto. Anche in questo caso sono stati esplosi colpi di fucile che hanno traforato l’abitacolo dell’auto fino a colpire una persiana che era oltre la macchina.
In città la tensione è alta e le prime iniziative per contrastare la criminalità stanno già partendo. Stasera il presidente del consiglio comunale ha convocato un vertice tra i capigruppo fissato per le 18,30 a Palazzo di Città. Domani il prefetto ha convocato il comitato per l’ordine e la sicurezza e oggi ha già incontrato il sindaco Dario Macripò.
Per domenica, invece, i grillini stanno programmando una manifestazione.
Insomma c’è voglia di ribellarsi e di dire basta. Alzare la testa e bloccare questi atti.
Intanto è già pioggia di solidarietà. Sia il Pd che il Pdl fanno sentire la propria voce. Il segretario provinciale dei democratici, Massimo Serio condanna “il vile gesto che ha colpito il consigliere comunale Antonio Lecce avvenuto a ridosso di un episodio simile nei confronti del consigliere del movimento 5 stelle. Episodi come questi non si possono nella maniera più assoluta minimizzare come invece abbiamo letto in alcune dichiarazioni del sindaco Macripò. Se qualcuno pensa che Lizzano possa essere una zona franca dell’illegalita si sbaglia di grosso. La risposta nostra – ma, ne siamo certi, di tutte le altre forze sane – sarà forte e non ci lasceremo intimidire. Inoltre, chiediamo alle forze dell’ordine e alle autorità inquirenti di lavorare con serenità e celerità per fermare chi pensa che con l’intimidazione e la violenza si possano difendere interessi illeciti ed incofessabili”. “Antonio Lecce è una delle più giovani risorse del Pd – aggiunge l’on. Michele Pelillo – e a Lizzano ha affrontato, recentemente, una prova importante, da candidato sindaco del centrosinistra: ha rappresentato l’impegno del Pd all’insegna del rinnovamento ed una risposta di legalità e buona politica sul territorio che, evidentemente, qualcuno non ha gradito”.
Il Pdl per voce di Cosimo Gualano esprime solidarietà ad Antonio Lecce, Antonio Motolese e Pasquale Castronuovo per quanto successo. “Sono personalmente vicino – scrive – a queste persone, le quali in questo momento non stanno vivendo tranquillamente”. Quello che sta investendo la provincia ionica è un vero e proprio allarme criminalità.
Solo a Lizzano nel giro di un paio di giorni sono stati presi di mira quattro rappresentanti politici ed un vigile urbano. Si cerca il nesso tra i vari attentati. I carabinieri indagano a 360 gradi e non trascurano nessun elemento.