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“Vendola parlò di discariche private”

Il nodo discariche è un aspetto cruciale, forse il più importante, per il risanamento e l’ambientalizzazione dell’Ilva. Ne ha parlato anche il settimanale L’Espresso in una sua inchiesta, ‘Chi ce l’ha con mr. Ilva’, in cui emerge l’ipotesi che dietro la strenua opposizione del presidente della Regione Nichi Vendola alla nomina di Enrico Bondi a commissario per il siderurgico ci sia proprio la questione dello smaltimento dei rifiuti del siderurgico. Tesi poi smentita sia da Nicastro che da Vendola.

Per questo Taranto Buonasera ha intervistato il senatore Massimo Mucchetti, Pd, presidente della Commissione Industria di Palazzo Madama, che aveva posto il problema.

Senatore, cosa le ha risposto Vendola quando avete parlato delle discariche?
Nell’audizione del presidente Vendola, avvenuta nella prefettura di Taranto, chiesi come sarebbero stati smaltiti i rifiuti generati dalla produzione siderurgica dell’Ilva e gli altri inquinanti derivanti dalla bonifica dello stabilimento nel caso non risultassero adatte alla bisogna le due discariche dentro il perimetro della fabbriche. Mi fu risposto che c’erano anche altre discariche in Puglia.


E’ vero, come afferma L’Espresso, che il governatore ha paventato l’ipotesi di utilizzare le discariche Italcave, Ecolevante e Vergine, esterne allo stabilimento?

Vendola non ha paventato nulla. Alla mia ulteriore domanda circa la proprietà delle discariche pugliesi, se fosse pubblica o privata, mi rispose che trattavasi di discariche private.

Lei ritiene percorribile questa strada?
Dal punto di vista ecologico, non saprei dire. Credo che in un sito di interesse nazionale, sottoposto a commissariamento, la proposta su come gestire i rifiuti tocchi al subcommissario a ciò delegato mentre la decisione debba restare in capo al Ministero dell’Ambiente, sentite la Regione e l’Arpa. Dal punto di vista economico, credo che il ricorso alle discariche interne, qualora siano poste finalmente in regola, faccia risparmiare 3-400 milioni di euro in gran parte utilizzabili per il risanamento ambientale del sito.

Proprio sul tema delle discariche, ma non solo, il governo Letta ha recepito un ordine del giorno in cui si impegna a varare un nuovo provvedimento. Quale sarà, in questo senso, il contributo del Partito Democratico? Che tipo di misure ritiene vadano adottate?
Nelle Commissioni Industria e ambiente, il Pd ha approvato, assieme alle altre forze della maggioranza, un ordine del giorno sui poteri del commissario, che il governo si è impegnato a presentare alla prima occasione. Il commissario va posto nelle condizioni di lavorare. Dunque deve poter sciogliere i contratti dell’Ilva con i Riva, dare garanzie ai dirigenti che attueranno i provvedimenti dell’Aia e anche alle banche limitatamente al finanziamento delle opere di risanamento. Il governo ha fatto proprio l’ordine del giorno e si è impegnato ad accogliere i contenuti nel primo provvedimento utile.

Un’autorizzazione integrata ambientale per la discarica Mater Gratiae è una possibilità concreta? Con quale tempistica?
Bisognerebbe chiederlo al ministero dell’Ambiente.

In un colloquio con L’Espresso, lei ha parlato della presenza di “un partito opaco e sotterraneo che punta allo smantellamento dell’impianto, un esito che farebbe la felicità dei soggetti, talvolta legati alla malavita organizzata, interessati alle opere di bonifica”. Può essere più preciso?
Come ci ha insegnato Saviano in Gomorra, l’industria dei rifiuti presenta più di altre il rischio di continuità con la criminalità organizzata. Non faccio il poliziotto, ma cerco di leggere la realtà. Un conto è la bonifica di un sito dove continua la produzione e che, nel caso specifico, è governato dallo Stato attraverso commissario ed un sub commissario, un altro conto sarebbe la bonifica in regime fallimentare, a produzione cessata. Nel primo caso, pagherebbe l’azienda, e dunque pagherebbero i Riva; nell’altro caso, pagherebbe lo Stato, e cioè la cittadinanza. A Taranto e più in generale in Italia esistono soggetti che vogliono la chiusura dell’Ilva o, quanto meno, dell’area a caldo sulla base di pregiudizi anti industriali, senza nemmeno analizzare se l’Aia basti a risanare quello che deve essere risanato.

L’assessore regionale all’Ambiente Lorenzo Nicastro, da noi intervistato, ha detto che “Se Mucchetti è a conoscenza di fatti penalmente rilevanti deve rivolgersi alla magistratura”. Vuole rispondergli?
Ho troppa stima di Nicastro e della giunta regionale pugliese per ricordare chi abitualmente risponde in questo modo a chi invita alla vigilanza. Ma se è tranquillo Nicastro, che ha modo di informarsi meglio di me essendo sul posto, sono tranquillo anch’io.