x

x

“Ilva non tratta le acque meteoriche”

«Che fine fa l’acqua che cade sull’Ilva? E l’acqua con cui vengono bagnati i parchi minerali? In Italia persino un parcheggio per essere autorizzato deve essere dotato di un sistema di trattamento delle acque di prima pioggia. E la più grande acciaieria d’Europa possiede o no un sistema di trattamento delle acque di prima pioggia?». A porre queste domande è il gruppo ambientalista tarantino Peacelinl che si è rivolta al Garante dell’AIA che, a sua volta, ha posto gli interrogativi all’Arpa Puglia.

Ecco la risposta dell’Arpa, secondo quanto scrive Peacelink: «“Attualmente la struttura del sistema fognario asservito allo stabilimento Ilva spa di Taranto non consente la raccolta delle acque di prima pioggia, le quali vengono fatte confluire insieme agli altri scarichi dello stabilimento nei canali di scarico (canali Primo e Secondo), che l’azienda considera sedimentatori longitudinali”. Questo è quanto scrivono Giorgio Assennato e Massimo Blonda, rispettivamente Direttore Generale e Direttore Scientifico dell’Arpa Puglia al già Garante dell’AIA Vitaliano Esposito».

«L’ARPA Puglia – riporta ancora Peacelink -specifica di avere chiesto gli opportuni interventi “già dalla prima AIA” del 2011.  L’inerzia che ne è seguita a questo punto è sotto gli occhi di tutti, alla luce del lapidario comunicato dell’Arpa. E’ inquietante che in tutto questo tempo un sistema indispensabile per la protezione delle acque (che tra l’altro non è una “migliore tecnologia” ma è un vero e proprio obbligo di legge) sia rimasto inattuato. E’ stato proprio il dott. Vitaliano Espostito (e poi Arpa in giornata) a comunicare per email questa imbarazzante informazione all’Ispra e all’Ilva, oltre che a PeaceLink».

«A questo punto – conclude l’associazione ambientalista – la domanda è d’obbligo: chi non ha agito fino a ora per applicare la legge? Ci sono responsabilità politiche visto che l’organo tecnico aveva già segnalato il problema? La questione sarà portata all’attenzione della Procura della Repubblica».