TARANTO – Una lettera a Vendola per chiedere un provvedimento straordinario che permetta di bypassare gli ultimi due mesi di classificazione per le aree di mar Grande dando il via libera alla commercializzazione delle cozze.
L’iniziativa del Sindaco Stefàno, datata 19 agosto – e per la quale stamattina ancora si attendeva un cenno di risposta dalla Regione – suona però come intempestiva. Fuori tempo massimo per chi ha già perso una larga fetta della produzione targata 2013. «Stefàno arriva in ritardo» protestano i mitilicoltori che l’allarme lo hanno lanciato ripetutamente negli ultimi mesi. A fine luglio, «l’ultima chiamata» per evitare di perdere il prodotto dopo il trasferimento forzato ‘causa inquinamento’ dal primo seno di mar Piccolo a mar Grande lo hanno lanciato dalle colonne di Taranto Buonasera.
«La richiesta del sindaco al presidente Vendola? Speriamo che dica di sì. Ma l’80% del prodotto ormai è già stato perso. I venti giorni di agosto sono stati fatali, hanno compromesso tutto. Già il caldo di luglio aveva fatto la sua parte. Noi l’allarme l’avevamo lanciato a luglio. Al massimo l’ok sarebbe dovuto arrivare a fine luglio, inizio agosto. Ma ora che senso ha?». Parla così Luciano Carriero, il primo dei mitilicoltori a sperimentare le aree di mar Grande per le quali, appunto, si attende che sia completato il periodo di classificazione di sei mesi. «Il 2 agosto ho mandato una lettera al presidente Vendola e all’assessore Gentile. Una lettera nella quale chiedevo di avere la possibilità di vendere il prodotto risultato conforme ai valori. Non ho ricevuto nessuna risposta. Il sindaco? Arriva un po’ tardi» dice il mitilicoltore che già aveva spiegato: «per trasferirmi in mar Grande mi sono impegnato la casa, se non arriva la classificazione altro che marchio di qualità».
Da quell’appello disperato sono trascorsi venti giorni. E’ di ieri la lettera di Stefàno a Vendola. Ecco cosa chiede il sindaco: «Gentile Presidente, mi rivolgo a Lei, con estrema fiducia, perché solo Lei può risolvere questo problema “burocratico” che preoccupa non solo i mitilicoltori ma tutti i tarantini. La questione è riferita ai controlli per la classificazione delle acque (di mar Grande, ndr) dove vengono allevati i mitili la cui durata, prima della com¬mercializzazione del prodotto, è di sei mesi.
A tutt’oggi sono trascorsi solo quattro mesi di attività di controllo, i cui esiti sia sulle acque che sul prodotto sono risultati assolutamente perfetti.
Il grave problema che oggi si pone alla Sua attenzione, è che i mitili hanno raggiunto la maturazione per la vendita anticipatamente al termine dei previsti sei mesi di monitoraggio, per cui si corre seriamente il rischio che tutta la coltivazione vada a finire ancora una volta al macero con gravissime ricadute su questo delicato comparto produttivo della nostra Città.
Di qui l’appello affinché con un provvedimento di natura straordinaria venga variata, in diminuzione, per questa annata produttiva la durata del periodo di classificazione delle acque da sei a quattro mesi per permettere la commercializzazione dei mitili anche se dopo un periodo di stabulazione. L’accoglimento di questa proposta non solo scongiurerebbe un’ulteriore crisi del comparto, già in passato messo a dura prova, ma sarebbe un tangibile segno di riconoscimento per quei coltivatori che hanno voluto rispettare le regole. Per queste ragioni auspico un Suo risolutivo intervento».