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Quando c’era… la politica

In molti si sono domandati come mai, in un momento in cui si continua ad abusare del concetto di “antipolitica”, un mare di gente abbia scelto di ritrovarsi alla commemorazione di Salvatore Fitto, andata in scena a Maglie giovedì scorso. 

Due ex presidenti del Consiglio e due ex ministri si sono incontrati nel cortile del liceo Capece, per ricordare la figura di “Totò”. A fare gli onori di casa è stato, ovviamente, l’ex ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto (uno dei tre figli di Salvatore). Ad impreziosire il dibattito-evento, la presenza di Claudio Signorile, ex vicesegretario del Psi e ministro dei Trasporti e degli “ex premier” Ciriaco De Mita e Massimo D’Alema. In platea anche il vicepremier Angelino Alfano ed il ministro Maurizio Lupi.

I protagonisti della Prima e della Seconda Repubblica si sono incontrati in occasione dell’anniversario della scomparsa di Salvatore Fitto, presidente della Regione Puglia dal 1985 al 1988. Sono trascorsi 25 anni da quel tragico 29 agosto, quando Fitto, di ritorno da Taranto, dove aveva assistito alla commemorazione del parlamentare Nicola Monfredi, morì in un incidente stradale a soli 47 anni.

Anni in cui la politica, quella con la “P” maiuscola, non aveva soltanto una funzione decisionale. Tra il Governo e gli Enti intermedi intercorrevano rapporti utili a garantire sviluppo al territorio. Soprattutto per ciò che attiene l’approvazione di progettualità strategiche che, nel corso di questi anni, hanno permesso di incrementare a dismisura l’attrattività della Puglia, migliorando le condizioni di vita dei pugliesi. “Per merito di Fitto – ha ricordato Massimo D’Alema – la Puglia fu una Regione all’avanguardia, e tra maggioranza ed opposizione, in quegli anni, ci fu davvero un dialogo costruttivo. Tutti sulla stessa barca, con le contrapposizioni ed il conflitto, ma senza farla affondare”.

Anni segnati da profondi cambiamenti, resi possibili da un diverso modo di fare politica. Innanzitutto non c’è più l’emergenza idrica, che ha contraddistinto buona parte degli anni Ottanta, superata anche grazie ad una serie di interventi fondamentali. Ma i cambiamenti hanno riguardato soprattutto l’economia e l’approccio della politica nell’affrontare le problematiche del territorio. Bari, ad esempio, è diventata una città metropolitana; tutto il mondo ha scoperto le bellezze artistico-culturali del Salento soprattutto grazie allo sviluppo del concetto di integrazione ionico-salentina, come piattaforma di produzione e servizi. Nel frattempo l’Università di Lecce fortificava il suo prestigio nel Mezzogiorno d’Italia ed il porto di Taranto accresceva la sua importanza nel Mediterraneo.

Un ragionamento che trova pieno riscontro nelle parole di Claudio Signorile che, nel corso del dibattito-evento andato in scena a Maglie, ha dichiarato: “Il fondamentale sviluppo delle infrastrutture pugliesi è avvenuto, ad esempio, proprio in quella stagione. Un lavoro proficuo, quello di Salvatore Fitto, con il quale non era difficile trovare punti di comune accordo. Egli parlava in nome di una comunità, di una terra bisognosa, ora come allora, di figure di riferimento. In quegli anni io rappresentavo lo Stato e le decisioni di governo, lui la Regione. Il nostro rispettivo ruolo coincise con un salto di qualità nella struttura amministrativa del territorio in un momento cruciale per la sua crescita”.

L’ex premier democristiano Ciriaco De Mita ha sfatato il mito secondo cui, fu lui a dissuadere Fitto dal candidarsi in parlamento: “E’ vero che venne da me, ma fui lui stesso a comunicarmi che ci aveva ripensato”. Alla fine “Totò” preferì restare alla guida della Regione Puglia. Una scelta che oggi sarebbe definita come “azzardata”, giusto per usare un eufemismo. Altri tempi, altri uomini, altra politica.