Dopo tre ore d’attesa, arriva la mediazione: vi daremo la parola dopo che tutti i consiglieri avranno esposto gli “articoli 11”. Ma soltanto se aspetterete in silenzio.
Il Comitato dei cittadini e lavoratori Liberi e Pensanti, stamattina alle 9, ha fatto ingresso nell’aula consiliare (forse a beneficio delle telecamere di Report?) con l’intento di prendere subito la parola. Ma, a maggioranza, è stato deciso di far parlare prima i componenti del consesso.
I consiglieri comunali hanno illustrato i propri interventi in un clima surreale. Gianni Liviano ha preso le distanze dalla maggioranza. Giampaolo Vietri, capogruppo del Popolo della Libertà, ha chiesto conto della variante urbanistica necessaria a spostare il progetto in zona Croce, per la realizzazione del parcheggio di testata, salvaguardando i ritrovamenti archeologici (necropoli e fontana monumentale). “Chiedo di spostare l’allocazione del progetto – ha spiegato il consigliere – per valorizzare questi ritrovamenti anche dal punto di vista turistico”.
Poi, in rapida successione, la massima assise municipale ha votato all’unanimità un ordine del giorno riguardante la dislocazione dei corsi di Marina ed Aeronautica ad Ancona, che impegna il sindaco a convocare i parlamentari tarantini ed i vertici militari per chiedere chiarezza in merito al trasferimento. A corredo dell’odg anche la petizione, firmata da 600 operatori di B&B, taxi e attività commerciali. Sull’argomento si registra anche l’intervento del capogruppo del Partito democratico Gianni Azzaro.
Prima che i rappresentanti del Comitato prendessero la parola, molti consiglieri di maggioranza hanno scelto di abbandonare l’aula, in segno di protesta. L’intervento, tutto improntato sulle tematiche di natura ambientale, ha preso di mira il Comune ed il sindaco Stefàno.
Al termine, il consigliere Liviano (che da poco meno di un’ora aveva lasciato la maggioranza) ha chiesto la verifica del numero legale, facendo sciogliere la seduta. Slitta così anche il passaggio in aula della candidatura di Taranto a capitale europea della Cultura 2019.
E, per assurdo, a bloccare il provvedimento è stato proprio l’ex consigliere delegato.