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“Nessun divieto di utilizzo dei beni sequestrati”

La Procura reagisce e spiega che la scusa utilizzata dai Riva per sospendere 1.400 dipendenti delle società finite nelle maglie della Finanza non sta in piedi. Il danaro sequestrato, infatti, resta nella disponibilità delle aziende per il loro funzionamento.

A spiegarlo è la stessa Procura di Taranto che, in un comunicato, ha spiegato che il provvedimento di sequestro nei confronti di 13 società collegate al Gruppo Riva, eseguito dalla Guardia di Finanza di Taranto mercoledì scorso, «non prevede alcun divieto di uso» dei beni aziendali sequestrati: «Peraltro il custode-amministratore» nominato dall'autorità giudiziaria «è autorizzato ex lege a gestire eventuali necessità di ordine finanziario».

La Procura precisa anche che «il valore complessivo del sequestro è stato preventivamente stimato in circa 950 milioni di euro, ma attualmente sono stati attinti cespiti per un importo complessivo di circa 600 milioni di euro. In particolare – prosegue la nota – in base a quanto segnalato agli organi operativi della Guardia di Finanza, l'importo complessivo ammonta a circa 593.775.657 euro, di cui 49.094.482 euro di disponibilità finanziarie e cioè pari a meno del 10% di quanto sequestrato».