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I Riva “bussano” al gip Todisco

ROMA – “L'azienda chiederà al gip in tempi rapidissimi di poter disporre delle somme necessarie a riattivare l'attività produttiva” del gruppo.
Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato (nella foto) uscendo dal ministero dove si è svolto il confronto tra i rappresentanti di Riva Acciaio e il custode giudiziale Mario Tagarelli.
“Stiamo cercando – ha detto Zanonato che ha lasciato l'incontro per recarsi in Consiglio dei ministri – un percorso che risolva il problema: c'è la volontà di farlo in tempi rapidissimi”.


Va infatti risolto il problema dello sblocco delle risorse necessarie per continuare la produzione, che quando un'azienda è sotto sequestro finiscono nel fondo unico di giustizia. A giudizio del ministro va quindi in generale trovato un sistema normativo che consenta, in occasione di un sequestro, di consentire la continuazione dell'attività per “garantire i lavoratori, i fornitori, il cliente. Senza contare – ha detto ancora Zanonato – che è nell'interesse dello Stato tutelare il bene anche del soggetto sottoposto all'indagine. Abbiamo bisogno di una norma – ha osservato il ministro – che consenta di fare questo”, non quindi solo per il caso di Riva Acciaio ma di portata più generale. La presenterete oggi al Consiglio dei ministri? “Questo non lo so – ha replicato – ne parlerò con il presidente del Consiglio, potremo prenderci un po' di tempo”. E’ quindi importante capire “se il Gip riesce a sbloccare i fondi all'interno della norma attuale, l'articolo 104 bis”, visto che potrebbe anche averne la volontà ma trovare dei problemi interpretativi.
Alla sede del dicastero c'era anche il rappresentante della famiglia Riva Bruno Ferrante il quale ha fatto sapere che il Gruppo intende fare presto per sbloccare le risorse necessarie a proseguire l'attività produttiva “e per pagare gli stipendi di settembre”, mentre in questa fase “è prematuro” parlare di cig.
Ferrante ha definito l'incontro, al quale ha preso parte anche il ministro del Lavoro Enrico Giovannini, “molto positivo e molto costruttivo”. Per il rappresentante della famiglia Riva, “è infatti stato utilissimo per evidenziare i problemi con un obiettivo molto preciso ovvero quello di riprendere al più presto la produzione. Per noi la necessità è infatti quella di non compromettere l'attività dell'azienda e di tutelare i posti di lavoro”. Al custode giudiziale “chiederemo alcuni chiarimenti – ha proseguito – in ordine al perimetro dei beni sequestrati e quali possono essere utilizzati a fini produttivi, nonché quali linee di credito possono essere riattivate” per questo obiettivo. L'esigenza, ha ribadito Ferrante “è quella di fare presto, non possiamo perdere tempo, di fare presto ce lo ha chiesto anche il governo”.
A chi gli chiedeva se al ministro Giovannini è stata chiesta l'attivazione della cassa integrazione, Ferrante ha risposto che il problema “non è stato assolutamente posto, l'abbiamo ritenuto prematuro in questa fase”. Viceversa “abbiamo fretta di andare avanti, di riprendere l'attività anche per il pagamento degli stipendi in scadenza al 10 ottobre”. Quelli di agosto, in scadenza il 10 settembre “sono stati tutti pagati”, ha sottolineato. I termini del confronto con il governo e con il custode giudiziale, a giudizio del rappresentante della famiglia Riva, “rendono evidente che il fermo dell'attività non era una ritorsione” ma una conseguenza del provvedimento.