Una storia infinita. E assurda. E’ quella di Palazzo degli Uffici, cuore pulsante della Taranto che fu, cantiere sempre aperto e (soprattutto) chiuso della Taranto di oggi. Quasi un emblema del momento che sta vivendo la nostra città, avvitata sui soliti dilemmi e relegata al ruolo di comprimaria. Se pure.
Ebbene, di nuovo c’è da registrare che il cantiere del Palazzo degli Uffici è fermo, e fermi sono i lavori allo storico Liceo Archita, che nel frattempo, per funzionare, è diventato un Liceo “spezzatino”: una sede all’Istituto Consiglio, un’altra alla ex Bettolo, l’altra in via Bruno.
A dare l’allarme sono gli ex alunni del Liceo. L’appello viaggia su facebook. “Mentre i lavori di ristrutturazione del Palazzo degli Uffici sono ancora fermi, ed il liceo Archita è disseminato in vari angoli della città, in sedi di fortuna, nessuna delle quali consona alla sua importanza storica e culturale, è venuto il momento, anche per tenere viva l’attenzione della cittadinanza su quanto accade (o non accade) all’insigne edificio, sede del liceo dal 1 gennaio 1876, di rivitalizzare quella Associazione degli e alunni ed ex docenti dell’Archita che è ormai in sonno da una decina d’anni. Che ne dite, architensi “olim”, organizziamo un incontro?”.
Detto fatto. “Cari Architensi di ieri, dell’altro ieri e… di poco fa… dopo averne chiacchierato per strada, al telefono, su Facebook è venuto il momento di rianimare l’Associazione degli ex alunni ed ex docenti del nostro storico liceo, entrata “in sonno” sul finire degli anni Novanta del XX secolo (diamoci un contegno, va’…).
Un primo appuntamento per procedere verso il risveglio è stato organizzato da Nino Palma, ex alunno ed ex docente dell’Archita, per le ore 17 del 9 ottobre, nell’attuale sede della presidenza dell’Archita, il plesso scolastico Consiglio, sul lungomare della Città Vecchia, davanti alla chiesa di San Domenico. Verifichiamo quanti siamo (non parlo solo di residenti a Taranto, sia chiaro) e vediamo di ripartire, anche per dare una mano all’Archita, peregrinante per la città in attesa di rientrare nella sua sede “storica”, il Palazzo degli Uffici”. A questo punto Comune e Provincia devono ancora una volta dare risposte per mettere la parola fine all’interminabile telenovela.