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Sono tornati? Tutti i boss fuori per fine pena

I gruppi malavitosi storici si stanno riorganizzando dopo alcune scarcerazioni di pezzi da novanta per fine-pena?

Alcuni agguati tra i quali quello mortale del quartiere Tramontone compiuto nell’agosto del 2012  e quello del rione Tamburi, in cui sono rimaste ferite tre persone, che erano ferme davanti ad una farmacia, hanno alla base il riassetto degli equilibri all’interno della criminalità locale dopo l’arresto, negli ultimi due anni, di altri capi storici, incastrati dalle indagini di polizia, carabinieri e finanza, coordinati dalla Dda di Lecce.


Basta citare il blitz “Scarface” che ha colpito elementi di spicco come Giuseppe Florio, detto “il dottore” per la sua laurea in legge (che è stato condannato in primo grado per associazione a delinquere di tipo semplice), Cataldo Ricciardi, Michele Cicala, Ignazio Taurino e Giulio Modeo, che tenevano sotto scacco Taranto (borgo e città vecchia) ma anche Tramontone e l’operazione “Octopus”, che ha consentito di  sgominare il clan Scarci che ha la sua roccaforte alla Salinella.

Nel quartiere Paolo VI, invece, protagonista il clan Pascali, colpito attraverso il blitz “Buozzi”. A Taranto vecchia molto attivo il clan Taurino che è stato messo ko, nel giugno scorso, con l’operazione “Duomo”.

Ai Tamburi è riuscito ad emergere un gruppo  capeggiato dalla famiglia Scialpi e che è  finito nella rete con il  blitz “Monkey Business”. Nonostante i duri colpi la mala tarantina continua a manifestare una certa vivacità  (probabilmente perché la gran parte dei capi attualmente si trova o in carcere o ai domiciliari) con conseguenti contrasti tra i clan per il controllo delle attività illecite, prima tra tutte il traffico di droga.

Da non sottovalutare i gruppi dediti al racket che negli ultimi mesi hanno colpito sia in provincia, con il devastante attentato a Campomarino di Maruggio  ai danni del ristorante “Le Piccole Ore”, che nel capoluogo con le bombe fatte scoppiare a giugno e ad agosto davanti a due esercizi commerciali. Rimanendo nella provincia jonica è importante citare l’operazione “Giano” condotta nel versante orientale che ha colpito la famiglia Stranieri. Vincenzo Stranieri, detto “stellina”, già designato da Pino Rogoli alla guida della frangia tarantina della Sacra Corona Unita, secondo l’accusa continuava a dirigere il clan che operava a Manduria. Nel versante occidentale, invece, molto attivo il gruppo legato a Carmelo Putignano.