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Altro che nuovo ospedale. La Asl ritorna al “vecchio”

“Progetto di riattamento e riqualificazione strutturale del padiglione Santissimo Crocifisso, sito in via Ss. Annunziata, già ospedale vecchio, quale sede di un centro eventi”.

E’ soltanto uno degli interventi programmati dall’Asl di Taranto nel piano triennale delle opere 2014-2016. In totale, le risorse destinate alla struttura, da anni abbandonata, ammontano a 2 milioni di euro. Il “progetto di riattamento e riqualificazione”, infatti, è diviso in due stralci: il primo prevede interventi, nel corso del 2014, per 500mila euro. Nel secondo, invece, le somme stanziate ammontano a 600mila euro. Parallelamente, l’Asl annuncia anche l’avvio di “lavori di riqualificazione e recupero architettonico del padiglione Ss. Crocifisso”. In totale, per questo intervento, è stata preventivata una spesa di 900mila euro.


Era il 2008 quando il sindaco Ippazio Stefàno, decise di sistemare decine di sfollati nella struttura del Borgo (nella foto che proponiamo in questa pagina un sopralluogo effettuato quasi sei anni fa, ndr). Poi le polemiche ed il dietrofront. Da allora l’ospedale vecchio è sparito dall’agenda dell’Amministrazione comunale e dell’Asl.

Se si considera che nel piano triennale delle opere, varato nei giorni scorsi dall’Asl, è riportata la voce riguardante la realizzazione del nuovo ospedale San Cataldo, si fa presto a capire che quel documento può essere meglio classificato come “libro dei sogni”. Una antologia molto comune in terra ionica.

Complessivamente, le risorse che la Asl tarantina vorrebbe spendere nei prossimi tre anni, per i lavori che riguardano le strutture dislocate nella provincia ionica, sono 163milioni di euro. Per il nuovo nosocomio sono stati annunciati fondi per 45milioni di euro. Ma, al momento, non c’è traccia di alcun provvedimento che renda esecutivo quel progetto.

Dal 2008 ad oggi, la sanità tarantina è stata falcidiata da tagli: 490 posti letto in meno (numeri che scaturiscono dalla differenza che intercorre tra i posti letto previsti dal Pal redatto cinque anni fa e l’ultimo piano di rientro) 9 reparti smantellati (tra la prima e la seconda fase del piano di rientro) 2 ospedali chiusi (Massafra e Mottola) ed una decina di primari  in meno (tra pensionamenti e trasferimenti).