Il capoluogo ionico non farà più parte dei “Comuni d’Italia”. Ormai è ufficiale: Palazzo di Città ha deciso di lasciare l’Anci, l’Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia. Per capire le ragioni, che hanno spinto il sindaco Stefàno ad assumere un provvedimento simile, basta guardare la delibera di Giunta n. 139/2013, approvata solo qualche giorno fa.
“Il Comune di Taranto è socio dell’Anci e anche per l’anno in corso ha versato per intero la quota di adesione pari a 43.112,86 euro – si legge in apertura del documento. A seguito della spending review, questo Ente ha posto in essere una complessa attività di razionalizzazione delle spese, onde garantire la copertura dei servizi indispensabili ai cittadini anche al fine di evitare ulteriori oneri economici alla cittadinanza, in considerazione sia delle difficoltà economiche attraversate dall’Amministrazione Civica negli anni decorsi e sia della riduzione dei trasferimenti erariali ai Comuni”.
Una premessa, quella utilizzata dal dirigente degli Affari Generali Antonia Fornari (che firma l’atto deliberativo successivamente approvato da tutta la Giunta, ndr) necessaria a giustificare l’addio del Comune di Taranto all’Associazione presieduta dal sindaco di Torino Piero Fassino. Detto in soldoni, suona come: non ci sono soldi, bisogna risparmiare.
In questo caso Taranto risparmierà più di 43mila euro. Ma, come in ogni separazione che si rispetti, non mancano le parole al miele, quasi sempre utili a far indorare la pillola: “Pur riconoscendo la valenza dell’associazione nella sua opera di rappresentanza e di tutela degli interessi dei soci nei rapporti con le altre istituzioni ed amministrazioni nazionali ed internazionali, nonché dell’assistenza tecnica fornita agli stessi, questa amministrazione – prosegue la delibera – è costretta a recedere con rammarico, dall’associazione poiché l’adesione alla stessa è divenuta troppo onerosa”.