TARANTO – “Ivano e Sabrina erano complici. Sembravano fidanzati. Ivano diceva che erano solo amici. E Sabrina mi disse che per lei era meglio così che niente”. In aula parla Claudio Scazzi e la tensione sale subito in Corte d’Assise al processo per la morte di Sarah Scazzi, giunto oggi alla quarta udienza. Il fratello della ragazzina assassinata ad Avetrana nell’agosto di due anni fa, ha puntualizzato con fermezza i rapporti maturati nella comitiva di amici del paese.
Un catino di sentimenti e passioni nel quale secondo la procura sarebbe maturato il delitto di Sarah, che sarebbe stata uccisa dalla cugina con la complicità della zia Cosima Serrano. A spingere la giovane alla sbarra al delitto, ci sarebbe stata la gelosia per la cuginetta, colpevole di attirare le attenzioni di quel ragazzo del quale lei era follemente innamorata. E proprio sul punto Claudio è stato perentorio. “Solo un cieco non si sarebbe accorto della complicità tra Sabrina e Ivano. Non c’era coerenza tra quello che vedevamo tutti e ciò che mi raccontava Ivano. Lui parlava sempre di amicizia e di non aver fatto mai nulla per indurre Sabrina ad aspettarsi altro. Ma non era così e il suo comportamento mi sembrava scorretto e mi preoccupava nell’ottica di Sarah”. In pratica secondo Claudio Scazzi, tra i due ragazzi c’era molto di più dell’amicizia e la sua convinzione si radicò quando Sarah gli raccontò della sera in cui Ivano e Sabrina si appartarono in macchina. “Sarah – ha detto Claudio – mi confidò che i due si erano allontanati insieme e che poi in auto Sabrina si era spogliata. Mi confermò che Ivano si era tirato indietro dopo averla fatta spogliare. Un’umiliazione per mia cugina”. Di quell’episodio poi si parlò nella comitiva, ma Claudio ha ribadito che lo preoccupò molto proprio per la crescente infatuazione di Sarah verso quel ragazzo più grande. “Quella vicenda mi fece pensare molto” – ha detto Claudio. “Realizzai che Ivano aveva mentito spudoratamente perché aveva sempre parlato di un’amicizia con Sabrina e poi si era appartato con mia cugina. Però se a Sabrina stava bene, io non potevo intervenire anche perché lei era adulta e doveva difendersi da sola. Discorso diverso era per mia sorella. Sarah lo abbracciava sempre ed io non ho mai visto mia sorella comportarsi così con un ragazzo. Io dovevo partire dopo pochi giorni ed è chiaro che temevo che Ivano potesse comportarsi con Sarah come aveva fatto già con Sabrina”. Una preoccupazione più che comprensibile per un fratello maggiore che peraltro stava lungamente lontano da Avetrana per motivi di lavoro. Dall’esame del testimone è anche emerso che una decina di giorni prima del delitto tra i cellulari di Ivano e Sarah ci fu uno scambio di sms. Una quindicina di messaggini. Claudio ha ammesso di aver utilizzato a volte il telefono di Sarah per contattare con messaggini Ivano, ma per non più di due sms. Oltre a quella di Claudio Scazzi, oggi è molto attesa la deposizione di Concetta Serrano Spagnolo, la mamma di Sarah. La donna dovrà raccontare gli ultimi istanti di vita della figlia e i rapporti con la famiglia Misseri. Con la deposizione di Concetta, presumibilmente partirà la battaglia tra i pm e la difesa per inquadrare l’orario del delitto. Un passaggio determinante per il teorema accusatorio. In quest’ottica in programma ci sono anche le deposizioni dei fidanzatini e di una compaesana che avvistarono Sarah pochi minuti prima del delitto. Sul banco dei testimoni salirà anche la badante rumena che viveva in casa Scazzi. Dopo la scomparsa di Sarah, Sabrina seminò dubbi anche su quella donna, che ora è parte civile in giudizio.
Mario Diliberto