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Un piano di rilancio del centro storico passando per i servizi e il commercio. Queste le priorità secondo la Confcommercio di Taranto. Secondo l’associazione del commercianti, infatti, “il decreto per Taranto del 5 gennaio scorso, rappresenta un’occasione per mettere in campo interventi per il “recupero, la riqualificazione e la valorizzazione della Città Vecchia di Taranto”.
Entro sessanta giorni l’amministrazione comunale dovrà elaborare un progetto di riqualificazione del centro storico. A distanza di oltre trent’anni dal Piano Blandino (premiato nel 1975 ad Amsterdam, per l’anno europeo del Patrimonio Architettonico), ma solo in minima parte attuato, Taranto si ritrova a dover riprendere in mano i progetti – da Urban II ai Piani Città – elaborati nel corso di tre decenni. Molte idee da riprendere e molte da rivedere, anche perché in questi anni il profilo socio-economico dell’Isola è profondamente mutato: buona parte dei suoi abitanti sono andati via (oltre 15.800 nel 1969, 2400 oggi) molti spontaneamente altri coattamente per i tanti crolli che negli anni hanno coinvolto non solo le abitazioni (tra cui l’ultimo importante del Pittaggio Ponte, in via Garibaldi), ma finanche il patrimonio culturale.
Decenni di abbandono e incuria: dalla crollata cupola della chiesa di San Paolo in via Pentite, al degrado di Palazzo Carducci, prestigioso immobile del XVII secolo da oltre quattordici anni di proprietà comunale, depredato di quasi tutti i suoi arredi. Città Vecchia assieme al suo patrimonio architettonico ha perso anche il suo tessuto sociale fatto soprattutto di pescatori, artigiani e commercianti; le attività economiche di vicinato sono infatti quasi del tutto scomparse e non resta che un pugno di poche attività commerciali, inadeguate a dare risposte ai bisogni della popolazione residente e di passaggio. I pochi investimenti effettuati nell’ultimo decennio sono stati nel settore alberghiero e della ristorazione e bar, sul richiamo di un propagandato rilancio turistico dell’Isola, – negli anni della amministrazione Di Bello – al quale, però, ha fatto seguito la chiusura di diverse attività. L’unico fatto positivo, realmente nuovo, di questi ultimi anni è stato rappresentato dalla istituzione della sede dell’Università; ciò malgrado Città Vecchia non è ancora in grado di offrire servizi pubblici e privati per gli studenti e per i docenti”.
Secondo la Confcommercio “sarebbe un errore se si concentrasse l’attenzione sugli aspetti edilizi ed architettonici, privilegiando cultura e residenzialità, e sottovalutando che ciò che rende davvero vivo un contesto urbano sono le attività economiche, le attività artigianali e la certezza della fruizione dei servizi primari. Una città turisticamente attrattiva, non è tale se l’offerta culturale e del divertimento non è supportata dai servizi al cittadino e dall’offerta commerciale, e se non si creano le condizioni per dare continuità e qualità alle attività vocazionali del territorio, come la pesca e la mitilicoltura. Ecco, in tal senso il confronto che Confcommercio andrà ad intraprendere con l’Amministrazione Comunale e con gli altri partner del tavolo chiamati al Piano di Città Vecchia per il Decreto Taranto, può rappresentare un’occasione per voltare finalmente pagina”.
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