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«Stop all’abusivismo», così parlò Stefàno

«E’ necessario essere consapevoli di cosa si è, ciò che si fa e perchè lo si fa». Ventinove pagine per descrivere il progetto di “Taranto Città del Terzo Millennio”. Il frontespizio rappresenta un’istantanea che riesce a catturare in modo perfetto l’ultimo decennio dell’amministrazione comunale: il sorriso sornione di Stefàno e sotto (non un caso) tutti i simboli di partiti e movimenti che hanno sostenuto la ri-candidatura del sindaco-pediatra. Partiti che, nella maggior parte dei casi, sono scomparsi o confluiti in nuovi soggetti politici. Il programma con il quale Stefàno si è presentato agli elettori nel 2012 si proponeva di guardare a donne, bambini, giovani e anziani, senza tralasciare i settori della conoscenza e dello sviluppo economico-industriale. Tra le tematiche toccate dal sindaco, che quelle elezioni le vinse praticamente a mani basse, anche l’ecosostenibilità, la mobilità sostenibile ed il risanamento urbano. Tra le “priorità assolute” quella della lotta all’abusivismo. Proprio così, tra le promesse fatte da Stefàno ai tarantini alle ultime elezioni amministrative, e contenute nel programma che da oggi passeremo in rassegna, c’è anche quella riguardante l’abusivismo commerciale. «Naturalmente priorità assoluta va posta alla lotta al’abusivismo dilagante, attraverso un serio intervento che preveda squadre di vigili annonari dedicati esclusivamente a questo fenomeno che nella nostra città ha raggiunto picchi molto elevati». Il sindaco aveva proprio ragione. Peccato che quei “picchi” sono rimasti tali. Basti pensare alle vie del centro cittadino, perennemente presidiate da abusivi che vendono capi d’abbigliamento griffati ma taroccati; ai venditori di piante e fiori che occupano intere porzioni di parcheggio a strisce bianche; ai banchetti abusivi di cozze presenti ad ogni angolo del centro e della periferia; agli abusivi che vendono frutta e verdura direttamente dai “treruote”. Purtroppo non si conoscono le cifre del fenomeno ma negli ultimi anni l’abusivismo (non solo quello commerciale) sembra aver toccato punte mai raggiunte prima. Stefàno, nel 2012, ha motivato così la “linea dura”. «La situazione dal punto di vista igienico e sanitario non è più sopportabile – si legge nel programma – quindi bisognerà passare necessariamente ad eliminare tale grave fenomeno che mal si concilia per una città che si definisce europea e che guarda al futuro in un contesto di arredo urbano più consono nel rispetto delle regole». Chissà cosa penseranno commercianti ed associazioni che soltanto ieri, dalle colonne di Taranto Buonasera, hanno denunciato lo stato di incuria e degrado che avvolge piazza Immacolata e, più in generale, l’intero centro cittadino. Eppure, già quattro anni fa, Stefàno sembrava avere la ricetta giusta per risolvere la crisi del settore. «Il commercio al dettaglio è uno dei settori più in difficoltà dal punto di vista economico. L’impegno è quello di adoperarsi perchè sia salvaguardato il settore. Le modalità riguarderanno manifestazioni di strada itineranti in tutta la città, in accordo tra le associazioni di strada, e incoraggiare la cooperazione tra operatori in modo da favorire l’istituzione dei centri commerciali di strada». Una ricetta che, però, sembra essere caduta nell’oblio. Solo qualche mese fa, infatti, le associazioni del commercio hanno duramente criticato il Comune per l’assenza di iniziative. «L’afa di questi giorni ci ricorda che siamo in piena stagione estiva e che in fondo il primo mese, giugno, è passato senza un minimo di programma di eventi, iniziative culturali, sportive o di spettacolo – si leggeva in una nota di Confcommercio dello scorso 12 luglio – Fra trenta giorni circa la grande festa dell’estate sarà finita, e ancora una volta avremo perso un’occasione (l’ennesima) per promuovere Taranto fuori dai confini provinciali e per costruire occasioni di richiamo turistico». Strano perchè anche in questo caso il sindaco, nel suo programma, aveva assicurato: «chiaramente andrebbe rivista con una seria e calibrata programmazione la stagione estiva, vera fonte di ricchezza per qualsiasi economia: anche in questa direzione si metterà a punto un piano per lo sviluppo turistico che non riguardi solo lo sfruttamento delle spiagge, bensì mettere in risalto le potenzialità della nostra terra nello sfruttare il mare (sport acquatici, pesca – turismo, noleggio yacht, sci nautico». Almeno per ora, però, nulla di tutto questo è stato realizzato.