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Colpito da un cassone ferito un operaio dell’indotto Ilva

Incidente sul lavoro questa mattina all’Ilva di Taranto. Vittima un dipendente dell’appalto.

Da fonti aziendali si apprende che stamane intorno alle 9.30, nel piazzale antistante il reparto Zincatura 2, un operaio della ditta esterna ‘Ferplast’, O.B., è stato colpito accidentalmente da un cassone di acciaio che veniva trasportato su un carrello elevatore condotto da un operaio alle dipendenze dirette dell’azienda. Immediatamente soccorso dal servizio sanitario Ilva e successivamente trasferito all’ospedale di Taranto per ulteriori accertamenti, l’uomo non ha riportato gravi ferite. Nell’episodio non sono state coinvolte altre persone. Sono in corso ulteriori accertamenti sulla dinamica dell’incidente.

L’incidente cade in un momento non facile per l’Ilva, con i sindacati che in più riprese hanno espresso preoccupazione sulla tenuta della fabbrica e sulla stessa sicurezza dei lavoratori. In un colloquio con Taranto Buonasera il segretario della Uilm, Antonio Talò, ha dichiarato che «i problemi sul tappeto restano gravi, a partire dal più serio, quello della carenza di risorse, anche per la manutenzione degli impianti.

L’Ilva è ancora oggi un’azienda che produce perdite, e questo intacca anche il famoso tesoretto ottenuto con il prestito ponte». Quindi, è stato Valerio D’Alò della Fim Cisl ad aggiungere che «ad oggi in Ilva manca una guida certa, un progetto industriale concreto, la voglia di aggredire i mercati e ancora più importante, si sente l’assenza di consapevolezza di quanto le opere di bonifica e di manutenzione siano prioritarie. Le gestioni “statali” hanno determinato in Italia – e non solo in ambito industriale – rotazioni di incarichi e di poltrone, accompagnate da uno sperpero di denaro pubblico che grava ingiustamente sui contribuenti; inefficienza che i cittadini pagano a duro prezzo».

Molto critica anche la voce di Francesco Rizzo dell’Usb: «Si va avanti solo grazie alla buona volontà dei lavoratori. Per le attrezzature e gli impianti sembra di essere all’anno zero. Non ricordo un periodo peggiore di questo da quando lavoro nello stabilimento». La denuncia: «Carenza totale di D.P.I., impianti dove non si stanno usando le tute ignifughe, mancano i pezzi di ricambio per i mezzi… Una condizione insostenibile». Il governo, per l’Usb, «brancola nel buio e continua a disinteressarsi fondamentalmente dei lavoratori Ilva. Tutto ciò ovviamente influisce sulla sicurezza, visto che inoltre si stanno effettuando pochissime manutenzioni impiantistiche. Non basta solo pagare lo stipendio per rendere le condizioni dei lavoratori migliori».