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La proposta degli Architetti: un concorso internazionale

Architetto Prontera, come Ordine professionale siete a conoscenza dei progetti sui Baraccamenti Cattolica?
Ne avevamo discusso per mesi, ai tavoli tecnici, negli incontri pubblici, predisponendo, come Ordine professionale, interventi e documenti ufficiali sul tema. Poi nulla. Anche dopo nostri ripetuti solleciti, l’Amministrazione comunale non aveva dato risposte sul tema, ponendo in secondo ordine un tema che, a nostro parere, era cruciale per l’avvio di una azione strategica di rigenerazione urbanistica a partire dal quartiere Borgo. Ora apprendiamo con soddisfazione che qualcosa si è risvegliato e non possiamo che esserne comunque contenti. Abbiamo letto come tutti l’avviso pubblicato dall’Amministrazione comunale per l’acquisizione delle manifestazioni di interesse per la candidatura dei Baraccamenti Cattolica al Bando Nazionale delle Periferie.

Che tipo di opportunità può nascere dalla riqualificaizone dei Baraccamenti?
Può essere una occasione di finanziamento importante a patto però che tutta l’operazione nasca con una precisa strategia di intervento e non si limiti alla riqualificazione pura e semplice di quell’area. L’art. 1, comma 974 della Legge di stabilità per il 2016, istituendo per l’anno 2016 il Programma Straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia, ha finalizzato alcune risorse alla realizzazione di interventi urgenti per la rigenerazione delle aree urbane degradate attraverso la promozione di progetti di miglioramento della qualità del decoro urbano, di manutenzione, riuso e rifunzionalizzazione delle aree pubbliche e delle strutture edilizie esistenti rivolti oltre all’accrescimento della sicurezza territoriale anche al potenziamento delle prestazioni urbane con riferimento alla mobilità sostenibile, all’adeguamento delle infrastrutture destinate ai servizi sociali e culturali , educativi e didattici, nonché alle attività culturali ed educative promosse da soggetti pubblici e privati. Si tratterebbe di una azione finalizzata per lo più ad interventi sulle periferie urbane, laddove però per periferie il Governo chiarisce che “si considerano le aree urbane caratterizzate da situazioni di marginalità economica e sociale, degrado edilizio e carenza di servizi”. In linea di principio anche l’area dei Baraccamenti Cattolica, pur posizionata in pieno centro cittadino, presenta questi elementi di forte criticità economica, sociale e strutturale.

Non sembra una forzatura l’inserimento dei Baraccamenti Cattolica nel bando sulle periferie?
Forse è stata una forzatura. Forse si sarebbero potuti candidare progetti specifici su specifiche aree periferiche abbisognevoli di interventi puntuali di riqualificazione. Forse il Comune avrebbe potuto anche recuperare altre forme di finanziamento specifiche per i Baraccamenti. Ma tant’è. Questa è lo stato dell’arte.

Avevate altre idee da proporre per quell’area?
Nella formulazione dello studio di fattibilità che poi il Comune di Taranto ha messo a bando non siamo stati direttamente coinvolti se non nelle varie occasioni di incontro e confronto svolte negli ultimi anni con tutti i soggetti portatori di interessi, Enti, associazioni, organismi di rappresentanza. Devo dire personalmente, con una certa soddisfazione che, nonostante il progetto sia ancora puramente allo stato embrionale, il Comune ha recepito in linea di massima quelle che sono state le istanze che dalla società civile e da noi in particolare, sono state formulate per la destinazione d’uso di quei luoghi. Sembra abbandonata definitivamente l’ipotesi di trasformare la grande area centrale in un grande parcheggio per le auto ma di destinarlo a luogo di aggregazione collettiva così come la destinazione complessiva dell’area è stata confermata a polo culturale e ricreativo, vero elemento critico per un quartiere come il Borgo e vero potenziale attrattore culturale ed economico capace, secondo noi, di risvegliare l’antica anima del quartiere Borgo, ossia quella di polo aggregativo, oltre che commerciale ed economico dell’intera città, da troppi anni abbandonato a sé stesso ed entrato in una crisi che per il momento, non vede la sua conclusione in tempi ragionevolmente brevi.

Cosa vi aspettate adesso?
Ci aspettiamo che, una volta che la proposta del Comune dovesse essere accolta dal Governo, non ci si limiti all’assegnazione della gestione dei vari immobili ma si possa organizzare un concorso internazionale di progettazione sull’area con lo scopo di conferire soprattutto una fisionomia architettonica di altissima qualità capace di diventare elemento reale di riqualificazione per una intera città.

L’auspicata riqualificazione dei Baraccamenti Cattolica offre uno spunto di riflessione su tutta la gestione delle aree demaniali.
La rigenerazione del Borgo potrà infatti avere speranze di successo da ciò che la città, nel suo complesso, saprà proporre per il riutilizzo delle aree demaniali che la Marina Militare sta dismettendo in quanto non più funzionali alla propria attività. Non solo quindi i Baraccamenti Cattolica o le altre aree inizialmente cedute dall’autorità militare. Oggi si inizia a parlare anche della Caserma Mezzacapo, dell’Isola di San Paolo, della banchina Torpediniere. Domani, secondo me, si dovrà parlare delle aree dell’Arsenale Militare e di come sarà possibile riappropriarsi di intere parti di città completamente sconosciute ai più e della riconquista dell’affaccio sul Mar Piccolo. La sdemanializzazione delle aree militari in città è sicuramente una occasione preziosa per dotare l’intero territorio di spazi in cui la città possa ripensare se stessa.

Come si possono raggiungere questi obiettivi?
È necessario che l’Amministrazione Comunale abbia idee chiare sulla destinazione d’uso di tali aree ed una visione strategica complessiva del proprio futuro nel medio lungo periodo, di ciò che vuole fare da grande e di come immagina possa trasformarsi la città nei prossimi anni. Per i Baraccamenti Cattolica, ci hanno pensato i ragazzi di alcune associazioni giovanili che, con molta buona volontà hanno avviato una serie di interventi dal basso con l’intento di rendere gli spazi recuperati a servizio della cittadinanza. È una iniziativa che, seppur poco ortodossa da un punto di vista amministrativo, va letta con attenzione per comprendere quali sono le istanze che provengono dal basso ed indirizzare le scelte che verranno attuate in chiave partecipata con il territorio.

Enzo Ferrari
Direttore Responsabile