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Mazzette alla Marina Militare, ora è caccia ai conti esteri

E ora è caccia ai conti esteri. Quelli dei quali parla il capitano di vascello Giovanni Di Guardo in una conversazione intercettata con l’imprenditore Vincenzo Pastore.

«Ho una fiduciaria a Malta: da lì posso spostare i soldi sul conto corrente della piccina che c’ha in Romania, quindi faccio un’operazione estero su estero. Poi dal suo conto rumeno passa i soldi a se stessa su un conto italiano». La “piccina” è una donna rumena, la compagna di Di Guardo. E quello che con una disinvoltura che appare disarmante viene illustrato a Pastore sembra proprio lo schema per ripulire le presunte mazzette. Duecentomila euro, in totale, oltre a un suv marca Audi.

Soldi che, presumibilmente Di Guardo avrebbe dovuto spartirsi con il tenente di vascello Francesca Mola, arrestata sabato sera proprio dopo l’interrogatorio al quale Di Guardo e Pastore sono stati sottoposti nell’udienza di convalida degli arresti davanti al gip Valeria Ingenito. Lo stesso gip, oltre a convalidare la custodia in carcere del direttore di Maricommi e dell’imprenditore, ha accolto la richiesta di arresto di Francesca Mola formulata dal pubblico ministero Maurizio Carbone, titolare delle indagini.

Torniamo ai conti esteri. Dall’interrogatorio di sabato sarebbe emerso che Di Guardo avrebbe svolto attività di consulenza per una società di Malta. L’attività investigativa sarebbe ora mirata ad accertare il ruolo di questa fiduciaria maltese e se lo schema illustrato dall’ufficiale sia stato già sperimentato in altre occasioni. Il filone principale resta comunque quello del presunto sistema di corruttela attraverso il quale sarebbero stati gestiti gli appalti alla Marina Militare. Come appunto il caso dei servizi di pulizia che, a quanto pare, la Teoma – la società di Pastore – si apprestava a vincere grazie ai buoni uffici con Giovanni Di Guardo e Francesca Mola.

Un appalto da undici milioni di euro sul quale la ditta di Pastore era in netto svantaggio rispetto ad una impresa concorrente. E qui i tre avrebbero studiato come superare la concorrenza a vantaggio della Teoma. Un ruolo chiave lo avrebbe avuto proprio il tenente di vascello Francesca Mola. «Io ‘l’ho presa e l’ho messa là’ perché ho capito che a questa qua i soldi gli piacciono», dice Di Guardo in una intercettazione. Questa mattina toccherà alla Mola, assistita dall’avvocato Stefano Taddei, essere interrogata dal gip. Si preannunciano sviluppi interessanti.

Enzo Ferrari
Direttore Responsabile