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Scatta l’allarme: a Taranto troppe sale giochi

Un altro primato negativo si aggiunge ai tanti che Taranto già colleziona: il capoluogo jonico è tra le città italiane dove si spendono più soldi per il gioco.

Con una spesa annua di circa 618 milioni di euro (al lordo delle vincite), Taranto si posiziona al 32esimo posto, mentre è al 19esimo per apertura di sale con slot machine. Ben 40 mila metri quadrati concessi al gioco d’azzardo, per una popolazione che, tra Taranto e provincia, conta 584 mila abitanti; una slot machine ogni 530 abitanti. Sono 1100 pro capite gli euro che ogni anno finiscono nelle sale giochi, tra le infernali macchinette della fortuna e le scommesse; 1100 è casualmente anche il numero degli esercizi presenti sul territorio, che portano Taranto in terza posizione, in Puglia.

Rispetto a questi dati la provincia di Lecce è in cima alla classifica regionale, con ben 2000 esercizi dedicati. Seguono Bari, con 1600 sale, Foggia e Brindisi, rispettivamente con 960 e 900 locali da gioco. Le posizioni cambiano se si tiene conto solo delle città capoluogo: Bari in questo caso conquista la vetta della triste classifica, seguita da Taranto, Lecce, Foggia e Brindisi.

Questi numeri si devono ad un monitoraggio effettuato da Michele Cagnazzo, criminalista e conoscitore dei fenomeni del racket e dell’usura, con diversi incarichi pubblici alle spalle. Dalla sua ricerca è emerso che il 51% dei tarantini ha giocato almeno una volta, sperando in una vincita in denaro. Secondo Cagnazzo, le persone prese in cura dal Sert (Servizio Dipendenze Patologiche) di Taranto aumentano del 50% ogni anno. Il Governo intano annuncia una stretta sul gioco d’azzardo: le slot machine dovrebbero essere bandite dalle tabaccherie e dagli esercizi commerciali. In realtà la stessa legge di stabilità prevedeva una drastica riduzione delle slot, mai davvero realizzata.