Garantire ai minori stranieri non accompagnati il diritto di poter vivere in una famiglia.
E’ la finalità del progetto “Ti prendo in affi do”, promosso dal Tribunale per i Minorenni, in collaborazione con l’Arcidiocesi e il Comune di Taranto. La proposta è stata presentata alla stampa, questa mattina, presso lo stesso Tribunale, alla presenza dell’Arcivescovo Filippo Santoro, del Sindaco Ippazio Stefàno e del Prefetto Umberto Guidato. I giovani migranti, attualmente presenti nelle strutture d’accoglienza del territorio, sono circa 300, un numero che tende a crescere, mentre i posti nelle comunità si riducono. Molti di loro sono al momento fermi presso l’hotspot, una struttura, come noto, non abilitata all’accoglienza, ma all’identifi cazione degli stranieri. Questi ragazzi, prevalentemente di sesso maschile, hanno un’età compresa tra i 13 e i 17 anni e provengono per lo più dall’Africa del nord e da altri Paesi extraeuropei.
Le leggi italiane – l’ultima delle quali è la 142 del 2015 – garantiscono livelli elevati di tutela dei diritti dei minori che arrivano nelle nostre città, attraverso i dolorosi viaggi della speranza. Quel dolore che si mescola con la speranza ben rappresentato in opere cinematografi che e televisive di pregio. Lo spiega bene anche Bombina Santella, presidente del Tribunale per i Minorenni di Taranto: “Dobbiamo smettere di considerare gli arrivi dei migranti come un’emergenza, i fl ussi ormai sono strutturali, è una situazione con la quale abbiamo il dovere di misurarci.Un fenomeno che dovremmo imparare a considerare come una risorsa, non una disgrazia. Il diritto del minore ad essere accolto in famiglia (è il Tribunale per i Minori ad individuare quelle più idonee) è previsto già da una legge del 1983, che sollecita ogni iniziativa volta a diffondere la cultura dell’affidamento familiare”. Il progetto “Ti prendo in af- fi do” vuole essere una sfi da, dunque, a superare i pregiudizi razziali e la superfi cialità con la quale certe forze politiche si accostano al tema.
E’ rivolto a famiglie con o senza fi gli, ma soprattutto animate dal desiderio di offrire a questi adoloscenti l’opportunità di essere protagonisti della propria esistenza: studiare, avere degli amici e l’affetto di una famiglia. Al momento, a Taranto ci sono già dieci esperienze di questo tipo. Attraverso il progetto si vuole individuare un bacino di famiglie che possano intraprendere questo affascinante percorso, certamente non privo di diffi coltà. L’affi do ha una durata di due anni, ma può essere prolungato e addirittura trasformarsi in vera e propria adozione.
“Posso dire – sottolinea l’arcivescovo Filippo Santoro – che questa iniziativa dà spazio a tre voci: quella dei migranti, quella delle famiglie – perchè l’affi do temporaneo interpella le nostre famiglie, che devono sentirsi garantite e assistite – e quella dei giovani che dobbiamo aiutare proprio attraverso lo strumento migliore: il percorso familiare”. L’invito rivolto alla città è chiaro: abbandoniamo i pregiudizi e doniamoci una possibilità di crescita sociale.