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MArTa, da Rutelli a Renzi. A fine luglio la “nuova inaugurazione” con il premier

Marta (anzi, MArTa) è nata nel 2007. Una gestazione da record: sette anni.

Nove anni dopo, si avvia a diventare grande. MArTa non è una bambina, bensì l’acronimo di Museo Archeologico di Taranto: uno dei più importanti d’Italia, tanto che il 29 luglio, per l’inaugurazione del secondo piano dell’esposizione, si scomoderà il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Poco prima del Natale del 2007, fu invece l’allora vicepremier e ministro dei Beni culturali, Francesco Rutelli a tagliare il nastro del primo piano dell’ex convento dei Frati Alcantarini costruito dopo la metà del XVIII secolo, che dal 1887 ospita il museo archeologico nazionale.

Diciassette sale, che coprono un periodo che va dal IV secolo avanti Cristo sino all’ Età Bizantina. Un percorso cronologico che inizia dall’ ipogeo delle Cariatidi di Vaste e tocca il suo apice con i celebri Ori di età ellenistica. Per renderlo fruibile ci vollero venti milioni di euro, tra fondi del Ministero e comunitari. E, come detto, ben sette anni di lavori. Il museo venne chiuso nel gennaio del 2000; per festeggiarne la rinascita, si cambiò il nome nel più moderno acronimo.

Certo, a rileggere le cronache di quell’inaugurazione, viene da pensare. «Il segno della riscossa di Taranto, una pagina nuova per la città» disse Rutelli. Il caso Ilva era di là da venire. Sempre l’ex sindaco di Roma: «Un museo che ripercorre la storia della capitale della Magna Grecia, e che entro la seconda metà del 2009 sarà riaperto completamente. Ci impegniamo a reperire i due milioni di euro che servono per far diventare questo museo il più importante del Mediterraneo, e ci metteremo la stessa determinazione usata per il Petruzzelli che riaprirà il giorno di San Nicola del 2008». A Bari è andata bene.

Ancora: «In Spagna, in mezzo ai Pirenei, c’era una città industriale, depressa sotto il punto di vista economico e culturale. Bilbao. Hanno aperto il museo Guggenheim, ed è diventata uno dei luoghi più attrattivi d’ Europa. Vorremmo che Taranto diventasse lo stesso». Parole sempre di Rutelli, che nell’ambito di quel progetto rilanciò l’idea della nave museo Vittorio Veneto, con tanto di data: 2011. C’è voluto più tempo, però ora, finalmente, la Vittorio Veneto si farà. Ma a Trieste.