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Bellezze non valorizzate e turisti poco attratti

Taranto fa del suo meglio per scoraggiare il turismo: dalla sporcizia delle strade (la mancata raccolta della spazzatura, la domenica, definita sperimentazione, è la ciliegina sulla torta) ai “cartelloni estivi” annunciati, poi cancellati, o confermati ma raffazzonati.

L’assenza di programmazione, in questo ambito, è ben evidenziata dai dati raccolti ed elaborati dalla Camera di Commercio di Taranto, in collaborazione con l’Istituto G. Tagliacarne, nel Rapporto Taranto 2016. Il primo indicatore della situazione del capoluogo jonico, in particolare per quel che riguarda il turismo, è l’indice di concentrazione turistica, ovvero il rapporto tra gli arrivi e la popolazione residente.

Nell’analisi dell’Ente camerale si legge: “La provincia di Taranto esprime un certo affanno nella fase di catalizzazione degli interessi dei visitatori considerati complessivamente. Il rapporto tra arrivi turistici e popolazione residente è pari al 44,3%, solo un quarto del valore medio nazionale, che si attesta al 175,3%. Non riusciamo cioè ad attrarre i visitatori, ancora meno quelli stranieri: il nostro indice di internazionalizzazione (17,7%), ottenuto mettendo in rapporto gli arrivi degli stranieri con il totale degli arrivi, è distante dal valore registrato a livello nazionale, pari al 48,5%. Nell’immaginario collettivo il territorio tarantino non è sicuramente appetibile, per le ragioni che tutti conosciamo, ma proprio questa consapevolezza dovrebbe indurre le istituzioni ad un maggiore dinamismo.

I margini di miglioramento non mancano, come sottolinea la stessa Camera di Commercio, il tempo medio di permanenza dei turisti in città è piuttosto elevato, anche in virtù della presenza del mare: 4,3 giorni rispetto alla media nazionale, pari a 3,5. Questo dato testimonia che occorre insistere nella valorizzazione dei fattori attrattivi. Sul versante delle presenze, i numeri manifestano segnali positivi, sono buone le dinamiche delle strutture complementari (campeggi e villaggi), preferite agli alberghi. A Taranto si registra un +29,3% di arrivi negli esercizi complementari, in Italia un +5,1%. Infine, la spesa dei tarantini all’estero è tale da generare, dato sul quale riflettere, un saldo negativo per 30 milioni di euro.