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Per Bacco… che casino! Negozi oscurati e scoppia la protesta

Tette di Venere e panini con la porchetta, panzerotti in offerta speciale e cianfrusaglie made in China, provoloni paesani e libri di Oriana Fallaci o fiabe per bambini da sfogliare tra un bicchiere di vino o un boccale di birra: benvenuti nel Gran Bazar del Centro.

Non proprio il salotto buono della città, si direbbe. Da stamattina via D’Aquino e via Di Palma, Piazza Maria Immacolata compresa, sono invase da stand e bancarelle che offrono di tutto: dall’enogastronomia alla chincaglieria. Un enorme suk marchiato “Per Bacco”, l’evento presentato come mercatino di Natale che porta la griffe dell’organizzatore martinese Antonio Rubino. L’invasione non è stata accolta di buon grado dai commercianti, che stamattina nell’alzare le saracinesche dei negozi guardavano sbigottiti lo spettacolo che si presenteva ai loro occhi: vetrine oscurate dai gazebo degli ambulanti e un frullato di odori e colori decisamente poco in linea con l’aspetto elegante che si vorrebbe dare al Borgo.

L’insurrezione è stata immediata. «In centro servono manifestazioni adeguate», dice spazientito Salvatore Cafiero, presidente della delegazione Borgo di Confcommercio. «In questo evento non c’è alcun rispetto per i commercianti che lavorano qui 365 giorni all’anno pagando fitti altissimi. Addirittura ci sono bancarelle sistemate davanti a negozi che vendono la stessa tipologia di merce. Le nostre vetrine sono state completamente occultate da questi stand. Avevamo chiesto al Suap (lo sportello comunale per le attività produttive, ndr) l’elenco degli espositori proprio per proporre una pianificazione, ma non ci è stata data alcuna risposta. I nostri negozi saranno utilizzati solo come bagni. Eppure le alternative c’erano: Villa Peripato, Rotonda del Lungomare, Piazza Garibaldi.

Se ci fosse stata concertazione e condivisione una soluzione l’avremmo trovata. Per non dire della logistica: nesuno si è preoccupato di pensare ai parcheggi degli stessi espositori». Il problema dei parcheggi è tra i più sentiti: «Io stesso – rivela Nicola De Florio – avevo suggerito di riservare parcheggi gratuiti per gli espositori in una zona prestabilita per evitare ciò che purtroppo accadrà: i clienti non troveranno posto dove lasciare l’auto. Peccato, perché queste manifestazioni, se ben organizzate, pososno portare benefici. Qui invece si fa solo confusione, si vive d’improvvisazione». Il dito è puntato soprattutto contro l’amministrazione comunale: «È vergognoso quel che è stato fatto a danno di noi commercianti del posto, che paghiamo le tasse allo Stato e al Comune. Davanti alla mia pizzeria hanno piazzato un chioschetto che vende birra e panzerotti», tuona Tiziano Ricci.

«Mancano persino i bagni chimici, una cosa sconcertante. La verità è che ci siamo presi ciò che hanno rifiutato a Martina Franca. Ma gli assessori che hanno promosso e autorizzato questo spettacolo sono di Taranto o di un’altra città? C’è una sola soluzione: mandarli a casa». «Non ho più parole», dice sconfortata Floriana De Gennaro. «Stamattina ci siamo svegliati con questo scempio davanti agli occhi: ci sono cassette di banane per terra, in via D’Aquino. Abbiamo proprio toccato il fondo. Sono indignata e ce l’ho con il Comune: di solito quando si organizzano questi eventi si presenta un progetto e allora mi chiedo se chi ha rilasciato le autorizzazioni abbia visto davvero quel che si voleva realizzare. Mamma mia, che improvvisazione e mancanza di rispetto». Insomma, rabbia e malcontento imperano. Davvero non si poteva fare nulla di meglio?

Enzo Ferrari
Direttore Responsabile