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«Non c’è alcun criterio di marketing urbano»

Sulla vetrina del suo negozio ha affisso una locandina sulla quale c’è scritto: “Speravamo in una diversa immagine di via D’Aquino”. 

E' la orginale forma di protesta, condivisa da altri commercianti, adottatat da Vincenzo Scialpi, commerciante che opera in via D’Aquino e componente dle direttivo di Federmoda. «Noi – spiuega a TarantoBuonasera – ci siamo messi in gioco. Domenica scorsa abbiamo organizzato a nostre spese, e lo faremo anche nelle prossime domeniche, un momento musicale di qualità con alcuni violinisti. Lo facciamo nel tentativo di restituire al centro della città quell’immagine di salotto buono che poi viene macchiata con iniziative come quella che vediamo in questi giorni. Quelle che vediamo oggi in via D’Aquino, via Di Palma e Piazza Immacolata, non sono iniziative cha unqualsiasi mercatino di periferia. Magari se le associazioni di categoria fossero state coinvolte avremmo potuto dare un contributo di idee».

«C’è un problema di marketing urbano», spiega Lorenzo Di Pierro. «Questo mercatino non rispoinde a standard di qualità adeguati per il Borgo. Così non si agevola il commercio, ma lo spi penalizza e si finisce per penalizzare tutto il quartiere che ha sì bisogno di essere rivitalizzato ma con criterio. Non è posisbile vendere i panini con la porchetta in Piazza Immacolata: è desolante. Purtroppo queste cose confermano che non c’è alcuna competenza in materia di marketing urbano, è del tutto evidente che chi ha organizzato questa fiera , e mi riferisco al Comune, non ha alcuna cognizione in materia. 

Gli eventi deovno qualificare i luoghi, non degradarli». «Organizzare iniziative di questo tipo non porta alcun ritorno economico al commercio tarantino e quindi alla città» spiega Luigi Clemente, titolare di una pizzeria del Borgo.

«Le bancarelle installate in centro nulla hanno a che vedere con il Natale, piuttosto sembra di assistere ad un mercatino enogastronomico. All’amministrazione comunale vorrei dire che non basta “creare movimento” per risollevare le sorti del commercio di via, specialmente se, come in questo caso, a lavorare sono solo i commercianti che hanno pagato fior di quattrini per allestire gli stand nel centro della città. Qualcuno mi spieghi a cosa serve una bancarella che promuove l’acquisto di 2 panzerotti ed una birra a 5 euro. Taranto, ed il centro cittadino, di certo non è di queste cose che hanno bisogno».