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L’idea di separare Taranto dalla Puglia, una secessione al sugo di cozze

L’idea di separare Taranto dalla Puglia e annetterla alla Basilicata meriterebbe di essere trattata per quella che è: una bizzarra manifestazione del solleone, magari nata da una chiacchierata fatta sotto l’ombrellone, tra una pampanella fresca e una spalmata di Coppertone.

Il guaio è che ci sono buontemponi – sprezzanti di precedenti fallimenti – pronti a trasformare questa secessione al sugo di cozze addirittura in un referendum. L’assunto di base è semplice: Taranto è la cenerentola di Puglia, ci sono i soliti baresi e leccesi che imperversano dal Tavoliere al Capo Leuca e a noi tarantini non lasciano neppure le briciole. Per questo meglio cambiare casacca e vestire la divisa lucana. Roba buona per riempire la pancia dei legionari da tastiera che attendono avidamente la materializzazione di un nemico qualsiasi – in questo caso la Regione Puglia – pur di affondare i propri fendenti su facebook. È la sindrome del “gomblottismo”: la ricerca di un colpevole a tutti i costi, di una malefica entità suprema che ci costringe ad un misero destino.

Un Leviatano sul quale scaricare ogni addebito, che ci eviti l’esame di coscienza e ci faccia sentire assolti da ogni peccato. Uno su tutti: l’incapacità di esprimere una classe dirigente degna di tal nome. Meglio credere al “gomblotto” invece che riflettere sul perché – giusto per restare al livello più basso – inondiamo il consiglio comunale di tengo-famiglia e stampellisti di professione, talmente di professione da avere più titolo a trovare impiego in una officina ortopedica piuttosto che costringere i glutei a lunghe e sofferte sedute tra i banchi dell’aula consiliare. E vabbè, rassegniamoci a quest’altra campagna. Quella referendaria. E il Referenzum questa volta non c’entra. Dai, proviamoci con la Basilicata e tra qualche anno, se dovessimo scoprire che pure questa nuova casa ci sta scomoda, potremmo tentare l’incursione in Calabria. In ultima analisi, ci resterebbe pur sempre il nostalgico ritorno alle colonie. Capitale dell’Abissinia. Il Negus ce l’avremmo già. Che ne dite?

Buon ferragosto a tutti 🙂

Enzo Ferrari
Direttore Responsabile