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Taranto? La costa deve diventare un porto diffuso

Taranto deve ritornare ad essere, secondo la sua naturale vocazione territoriale, una Città di mare che può e deve utilizzare ogni metro di costa fino a diventare un “porto diffuso”, a partire dal porto mercantile che vive un momento di profonda trasformazione da scalo prevalentemente industriale a porto polifunzionale, fino alla nuova Stazione Navale della Marina Militare che accoglie gran parte della flotta italiana.

Tra queste due grandi infrastrutture, che esercitano egregiamente il proprio ruolo in settori completamente differenti, c’è un affaccio al mare le cui enormi potenzialità economiche e occupazionali, legate soprattutto alla nautica da diporto e al turismo del mare, finora non sono state sfruttate appieno. Se ne è parlato al convegno “Molo Sant’Eligio Taranto: quando la Nautica diventa Futuro” che si è tenuto nei giorni scorsi al castello Aragonese.

Aprendo i lavori il moderatore, il giornalista Rai Francesco Giorgino, ha sottolineato come, nella narrazione giornalistica di Taranto a livello nazionale, negli ultimi anni ci sia stato un abuso dello “stereotipo” che, se ben utilizzato, è uno strumento che aiuta la comunicazione, ma in questo caso ha nociuto gravemente all’immagine di una città che non è solo Ilva e inquinamento, ma è caratterizzata anche da straordinarie risorse naturalistiche, paesaggistiche e storiche. Nell’ambito del convegno Antonio Melpignano, presidente di Molo Sant’Eligio, ha presentato il progetto dell’ati Gap Marine di “Potenziamento e riqualificazione funzionale del Molo Sant’Eligio” che, mediante il potenziamento dell’infrastrutture attuali, trasformerà il Molo Sant’Eligio in una struttura ricettiva accogliente, efficiente e attrattiva, in grado di ospitare, già dalla prossima estate, con una capacità complessiva di 410 “posti barca”, il doppio della attuale, dalla piccola imbarcazione da diporto al megayacht.

Aprendo i lavori Claudio Durante, Comandante Capitaneria di Porto di Taranto, ha portato i saluti dell’ammiraglio Augusto Serra non intervenuto per improvvisi impegni istituzionali, seguito dalla dottoressa Gaia Melpignano, Direttrice del Molo Sant’Eligio, che si è detta orgogliosa di poter contribuire al cambiamento dell’economia tarantina mediante un nuovo modello alternativo alla monocultura industriale del passato. Sergio Prete, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio, ha avuto parole di elogio per i progetti presentati nel convegno che, pur riguardando la nautica da diporto, vanno nella direzione della diversificazione dei traffici del porto di Taranto, un processo particolarmente importante in un periodo in cui i comparti “storici” dei nostri traffici, l’industriale e il transhipment, continuano a mostrare segnali poco confortanti, mentre risulta positivo il trend di altri segmenti di traffico, come quello crocieristico, che vanno nella direzione di un porto polifunzionale, in attesa che la conclusione dei lavori di ammodernamento e potenziamento del porto permetta allo stesso di esprimere appieno le sue enormi potenzialità.

Alfredo Malcarne, Presidente Nazionale Assonautica Italiana, ha sottolineato l’importanza del ruolo di Assonautica quale braccio operativo dell’economia del mare per il sistema camerale: con una flotta di più di 500.000 imbarcazioni in Italia, la nautica può generare sviluppo per il Pil italiano, creando occupazione e valore economico. Basti pensare che per ogni euro investito nella nautica si può produrre un valore aggiunto che arriva ad un euro e novanta fino ad un massimo di 9 euro… Walter Baldacconi, direttore di Studio100TV, ha ribadito che, «con il progetto del raddoppio del Molo Sant’Eligio, il gruppo Melpignano ha posto finalmente l’accento sulla risorsa mare, in particolare sul suo vasto e complesso waterfront, disponibile a insediamenti turistici di livello».

Gianni Azzaro, vicepresidente della Provincia di Taranto, ha tracciato un breve excursus del Piano Strategico per Taranto, un modello per uno sviluppo economico alternativo a quello policiclico industriale, un piano che, strutturato in quattro macroaree, vede il pubblico coinvolgere massivamente i privati che, infatti, hanno “risposto” esprimendo ben 127 manifestazioni di interesse, un segnale che mostra un territorio vivo in grado di affrontare a testa alta la sfida del proprio futuro. Le conclusioni sono state affidate a Carlo Capria, della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per la Programmazione e il Coordinamento della Politica Economica, che, tra l’altro, ha sottolineato come, pur in un momento di crisi congiunturale, ci sono settori del Sistema Italia che mostrano invece un trend positivo, come l’agroalimentare, il turismo, soprattutto quello legato al mare e quello culturale, il diporto, la moda, l’automotive e il design, settori che attraggono naturalmente i giovani che intravedono in essi l’opportunità di realizzarsi professionalmente.