Si chiama “decreto correttivo” e non è un caso, visto che il governo si è reso conto di come cancellare di netto cassa in deroga e mobilità avrebbe significato nelle cosiddette aree di crisi una catastrofe sociale e ‘corregge’ (anzi, correggerà) l’errore.
Tra le aree di crisi interessate dal pacchetto di misure recentemente annunciate dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti c’è, e non poteva essere altrimenti, anche Taranto, insieme ad altri territori socialmente ed economicamente devastati quali Gela, Piombino, Livorno, Rieti, Termini Imerese, Trieste, e le aree di Ascoli Piceno e Molise. Quasi 40.000 i lavoratori coinvolti, che dal primo gennaio 2017 per effetto del Jobs Act rischiavano di trovarsi senza alcuna copertura: le misure verranno inserite nel decreto legislativo 148, correttivo proprio del Jobs Act.
Il provvedimento «arriverà in Consiglio dei ministri entro il 15-16 settembre» ha annunciato Poletti; stanziati 370 milioni per la proroga di 12 mesi degli ammortizzatori sociali in scadenza in quelle aree, a valere dal 2016. Con un finanziamento di 135 milioni di euro si prevede di attenuare lo scalino previsto per l’accesso all’indennità di disoccupazione, portando da 3 a 4 mesi l’erogazione della cosiddetta Naspi (la nuova disoccupazione) per i lavoratori stagionali ricorrenti, quelli cioè che hanno lavorato tre anni negli ultimi quattro, nel settore del turismo e termale.
«Al momento siamo in presenza solo di un annuncio, aspettiamo di vedere nel dettaglio il provvedimento» spiega a Taranto Buonasera il segretario della Uil, Giancarlo Turi. «E’ chiaro che comunque il giudizio è positivo visto che il governo si è reso conto che un passo indietro era necessario. L’ammortizzatore sociale, per quanto non perfetto, è una misura che non si può staccare brutalmente, perchè sostiene i lavoratori in una fase di non lavoro».
Qual è la platea tarantina interessata? «Essenzialmente quella dell’indotto Ilva, gli stagionali, e le categorie più disagiate in genere» spiega Turi, che aggiunge: «Per quanto riguarda i lavoratori diretti di Ilva e porto, sono questioni già affrontate separatamente, e per le quali sono state individuate strade specifiche da percorrere». Sul tappeto anche il sostegno sociale di 500 euro mensili per 12 mesi, sempre nelle aree di crisi tra cui Taranto. «Aspettiamo di capire come funzionerà questa misura» chiosa il segretario della Uil. Stando a quanto si è appreso, il sussidio verrà erogato a patto che il lavoratore si renda disponibile a percorsi di riqualificazione professionale organizzati dalle Regioni. Per questo intervento specifico il governo stanzierà 150 milioni di euro e le Regioni metteranno a disposizione il 20 per cento delle loro risorse oltre a quelle individuate dall’esecutivo.