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Processo Alias 2: «Zamino va trasferito in un centro medico»

“Massimo Zamino deve essere scarcerato e accompagnato in un centro di diagnostica e terapia dell’amministrazione penitenziaria”.

E’ la decisione dei giudici del tribunale del riesame di Lecce i quali hanno accolto la richiesta avanzata dall’avvocato Maurizio Besio, difensore del quarantottenne condannato nel processo Alias 2. Le condizioni di salute di Zamino sono incompatibili con la detenzione in carcere come è emerso dalla perizia eseguita dallo psichiatra Antonio Serra. Il quarantottenne tarantino deve quindi essere trasferito in una struttura medica specializzata, per essere curato. L’uomo è accusato di aver fatto parte del gruppo malavitoso sgominato con il blitz Alias e di essere responsabile di due attentati compiuti in città a giugno del 2013 e a gennaio del 2014.

Le indagini hanno accertato la responsabilità di Zamino quale esecutore materiale, in concorso con altre due persone, dell’attentato ai danni di una sala giochi situata in via Principe Amedeo, avvenuto nel giugno del 2013. E’ emersa, inoltre, la responsabilità del 48enne quale autore a colpi di pistola contro una rivendita di moto situata in via Temenide. A luglio scorso per Massimo Zamino verdetto pesante del gup del tribunale di Lecce: il giudice dell’udienza preliminare lo ha condannato con il rito abbreviato a 11 anni e mezzo di reclusione. Il giudice è andato oltre le richieste del pubblico ministero che aveva chiesto otto anni.

Due anni fa la polizia eseguì 52 ordinanze di custodia cautelare. Elementi di spicco della mala tarantina, recentemente usciti dal carcere, si stavano riorganizzando con le nuove leve per rimettere le mani sulla città col controllo del traffico di droga e le estorsioni ai danni di commercianti.