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«Taranto senza Ilva? Non riesco a immaginarla»

In città per presentare la sua “Rivoluzione socialista”, Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, ha avuto modo di visitare il porto, il MarTa e il… “suo” Pd.

«Nel mio partito ho trovato un clima di grande generosità e umanità. Sono rimasto davvero molto contento», dice a TarantoBuonasera quando è ormai in viaggio verso altri impegni.

Cosa è la sua rivoluzione socialista?
È il tentativo di dare un contributo alla costruzione di una ideoloogia della sinistra, fondata sul socialismo, sulla critica al capitalismo e sulla necessità della redistribuzione della ricchezza. È il tentativo di non abbandonarci alla logica del mercato. Questi sono i valori della nostra battaglia, senza tuttavia voler scomodare diatribe ideologiche che ormai appartengono alla storia.

Ritiene che la sinistra oggi sia deficitaria rispetto a certi valori?
Sì. La sinistra è eccessivamente succube del mercato e fatica a riproporsi.

Con la sua rivoluzione socialista lei si candida alla segreteria nazionale del Pd. Cosa non le piace di Renzi segretario di partito?
Renzi è espressione di un’area moderata, social-liberale. Il riformismo di Renzi è stato di tenuta e ha evitato riforme più strutturali. Con questa politica non risuciamo a tenere insieme la sinistra e rischiamo una emorragia di consensi a favore dei Cinquestelle e delle astensioni.

E di Renzi presidente del Consiglio cosa non la convince?
Questo governo parla poco ai ceti più deboli. L’occasione per correggere la rotta può essere la finanziaria, a patto che si ponga attenzione alla povertà e all’occupazione giovanile.

Se fosse eletto segretario del Pd quale sarebbe il suo impegno principale?
Mi dedicherei per quattro anni al partito senza altri incarichi. Punterei alla ricostruzione valorizzando la militanza.

Critico con Renzi, ma a favore del Sì al referendum sulla riforma costituzionale, Perché?
Nel 2013 mi sono trovato nel pieno di una crisi politica molto pesante. Il presidente Napolitano espresse l’auspicio di un governo di larghe intese che avesse tra i suoi obiettivi principali proprio quello delle riforme. Sebbene ci sono cose che non mi soddisfano in questa riforma, non chiudere questo capitolo sarebbe davvero grave. Non possiamo tornare indietro come se stessimo giocando al gioco dell’oca. Le riforme vanno fatte, anche se Renzi ha prima sbagliato a personalizzare il referendum e ora sbaglia ad attaccare frontalmente D’Alema.

Cosa pensa della rivalità che affiora tra Renzi ed Emiliano?
Sono personalità forti e passionali, normale che ci sia qualche scintillio. È una rivalità che non mi preoccupa. Alla fine sarà chiaro a tutti e due che per fare il bene della Puglia e del Paese bisogna lavorare insieme. Anche io mi sono scontrato con Renzi quando lui era sindaco, ma era ben chiaro ad entrambi che bisognava lavorare nell’interesse delle nostre comunità.

Lei ha visitato Taranto e sa che questa città attraversa un momento molto difficile a causa della questione ambientale e delle sorti incerte del centro siderurgico. Riesce ad immaginare una Taranto senza Ilva?
Come non riesco ad immaginare Piombino senza Lucchini, così non riesco a immaginare Taranto senza Ilva. Non si può disperdere questo grande patrimonio industriale. Non posso credere che non si possa riuscire a conciliare salute e lavoro. Certo, questo chiama in causa governo, imprenditori, e istituzioni pubbliche e ci saranno soldi da spendere. Ma bisognerà farlo. Taranto però è anche altro…

Vale a dire?
Ho visto il porto, che può essere un grande motore di sviluppo e il bellissimo museo. Il problema di fondo, e vale per tutto il Sud, resta quello delle infrastrutture. Ecco, al governo direi: meno bonus e più investimenti.

Enzo Ferrari
Direwttore Responsabile