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L’Ilva non chiude e ora si apre al gas

Il messaggio è arrivato forte e chiaro: il destino dello stabilimento siderurgico non è irrimediabilmente segnato.

Il sopralluogo della Commisisone Industria del Senato all’interno dello stabilimento e le audizioni con istituzioni e associazioni hanno evidentemente lasciato traccia di un percorribile ottimismo circa il futuro dell’Ilva e della stessa città. Il senatore Massimo Mucchetti e il suo collega Salvatore Tomaselli sono stati espliciti: «Rispetto a due anni fa rileviamo che anche il clima sociale è cambiato. Pur persistendo legittime rappresentazioni di negatività, oggi ci sembra messa da parte l’idea di una possibile chiusura degli impianti. Rileviamo anche un diverso rapporto tra Regione e Governo».

L’apertura è arrivata anche sulle tecnologie da applicare affinchè questa grande fabbrica possa continuare a produrre con un impatto ambientale sostenibile. Gas e forni elettrici, insomma. Parole che hanno indotto il presidente della Regione, Michele Emiliano, a ringraziare la Commissione per la significativa apertura, nonostante pochi minuti prima lo stesso Emiliano avesse parlato di «percorso lento e farragginoso di avvicinamento alla legalità» rispetto alle attuali condizioni dello stabilimento. In questo quadro sembra prendere vantaggio la proposta di acquisto di Acciaitalia, perché più flessibile sull’adozione di tecnologie ibride e perché garantirebbe, rispetto ad Arcelo Mittal-Marcegaglia, un più alto volume di produzione (8 milioni) con conseguenti più gestibili effetti sull’occupazione.