«Non credo di sbagliare ritenendo indispensabile l’utilizzo dell’intera forza lavoro dell’azienda attualmente imboscata negli uffici e negli impianti chiusi e una più efficiente organizzazione del lavoro».
E’ l’appello lanciato da Cosimo Gigante, capogruppo Psi in Consiglio comunale, in riferimento alla gestione dell’Amiu. «La scelta fatta nel passato di privatizzare le aziende municipalizzate era nel solco della ricerca di un servizio efficiente a costi più bassi per il cittadino utente – spiega Gigante. Questa logica però non è mai valsa per l’Amiu di Taranto che si è contraddistinta negli ultimi 10 anni come un carrozzone capace solo di dispensare consulenze e laute prebende, di ripianare i suoi debiti a spese dei cittadini tarantini e dei bilanci comunali, di non aver avuto per lunghi periodi il documento di regolarità contributiva e di non essere riuscita, ed è la cosa più grave, a garantire un servizio di raccolta e di pulizia efficiente».
«Di più – sottolinea il consigliere – alla guida si sono alternati numerosi presidenti ed amministratori ed alcuni solo per qualche giorno e addirittura per qualche ora. Ciò non ha fatto bene all’azienda e ancor meno alla città. Questa analisi cruda della realtà tarantina – sostiene il capogruppo del Psi in Consiglio comunale – richiede uno sforzo ed una ripresa del dialogo tra l’Ente civico, unico azionista, e il vertice dell’azienda al fine di ricercare le migliori soluzioni per l’ottimizzazione del servizio. Non credo di sbagliare ritenendo indispensabile l’utilizzo dell’intera forza lavoro dell’azienda attualmente imboscata negli uffici e negli impianti chiusi e una più efficiente organizzazione del lavoro. Sono stanco – afferma Gigante – di raccogliere giornalmente le grida di dolore che provengono dalle nostre periferie ed in particolare Lama, san Vito, Talsano, Paolo VI e Tre Carrare laddove il servizio di spazzamento e di raccolta dei rifiuti latita. Un impegno che deve vedere impegnata l’azienda alla ricerca anche di percentuali significative di raccolta differenziata.
L’auspicio è che l’Amiu attraverso i suoi vertici amministrativi e tecnici capisca che non può continuare a rappresentare una voragine finanziaria per l’amministrazione comunale ma che deve di contro, in linea con tutte le aziende che operano nel settore, iniziare a fare utili che per un’azienda a totale partecipazione comunale significa rendere un servizio efficiente a costi contenuti ai cittadini di Taranto. Non servono piani industriali di affermate Università pagati a caro prezzo ma un po’ di buon senso che porti l’Amiu a recuperare un rapporto sinergico con i suoi dipendenti, che faccia ripartire l’inceneritore e che garantisca una qualità della vita all’altezza di una città che traguarda nel turismo una direttrice certa di sviluppo».