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Banca di Taranto: «Il nostro valore è essere vicini al nostro territorio»

Si intitola “La speranza è il merito” ed è l’edizione 2017 della rassegna biennale con la
quale la Banca di Taranto assegna premi da spendere in cultura a studenti
meritevoli. La cerimonia si terrà il 25 novembre a Palazzo Ameglio.

Presidente,
una iniziativa che conferma il ruolo della Banca di Taranto come banca del
territorio.
«Certo. In una periferia geografica ed economica come la nostra
è giusto che una banca sia il riferimento per le esigenze che normalmente non
vengono ascoltate dalle grandi banche. Il nostro valore aggiunto è proprio
quello di far valere la nostra biodiversità per la conoscenza che abbiamo del
territorio. Anche se questi aspetti sono difficili da far valere in Europa.

La
fondazione della Banca di Taranto fu una scelta coraggiosa.
Coraggiosa e
incosciente. Eravamo un gruppo di amici, tutti con meno di quarant’anni e con
competenze bancarie. Con con questa iniziativa cercammo di rispondere alla domanda:
“Cosa posso fare per la mia città”? Così decidemmo di dare vita a questo
progetto di economia civile. Preferimmo la forma della banca di credito cooperativo
perché vicina ai valori della dottrina sociale della Chiesa e quindi utile alla
crescita sociale, culturale ed economica del territorio.

Sono trascorsi
sedici anni. Come è stata accolta questa iniziativa dalla città?
Con grande
entusiasmo. Già all’atto della fondazione in soli tre mesi riuscimmo a
raccogliere il capitale necessario. Forse c’è stata anche una punta di sano
campanilismo in questa scelta dei tarantini. Questa è una bella pagina di
storia della città.

Una pagina che ha superato anche l’impatto della grande
crisi economica.
Sì. Questo è indice del senso di responsabilità della
governance. La nostra è una banca ben governata. Proprio il mese scorso abbiamo
superato una ispezione della Banca d’Italia.

Ora siete alle prese con la
riforma. Cosa significa per voi affrontare questo nuovo assetto?
Per noi è
una opportunità in più. Si tratta di una opportunità di sistema perché consente
di sterilizzare i rischi di possibili default. Nel credito cooperativo,
peraltro, mai è accaduto che un risparmiatore ci abbia rimesso un euro.

In
cosa consiste esattamente questa riforma?
L’aspetto principale è il
contratto di coesione: la banca capogruppo viene vigilata dalla Bce. Nel nostro
caso l’Iccrea è la capogruppo e coordinerà i criteri operativi. Questa riforma
ci consente di restare banca territoriale assumendo però una rilevanza
nazionale.

In queste settimane la Banca di Taranto sta anche lanciando una campagna
promozionale.
Sì, nello spot ci sono i nostri volti, gli uomini e le donne
della nostra banca, quelli che i clienti possono incontrare tutti i giorni
nelle nostre sedi. Sono le facce del nostro lavoro. Questo è il nostro valore.