Lavoro, contratto,
salute, pensioni: questi i temi al centro
dello sciopero nazionale dell’intero
comparto dell’edilizia proclamato per
l’intera giornata di iueri dalle segreterie
FenealUil, Filca Cisl, Fillea Cgil.
Una decisione cui si è giunti «dopo
aver preso atto, ancora una volta, dello
stallo nella trattativa per il rinnovo del
contratto edile, scaduto da quasi un
anno e mezzo – spiegano i segretari
generali Panzarella, Turri, Genovesi,
che proseguono – avevamo annunciato
nei mesi scorsi la mobilitazione per
novembre, qualora le associazioni datori
ali non avessero mostrato disponibilità
ad un avanzamento nella trattativa. Nel
frattempo, abbiamo svolto oltre mille
assemblee nei cantieri per spiegare ai
lavoratori le nostre proposte e le difficoltà
che abbiamo incontrato nel negoziato.
Dobbiamo prendere atto che dalle
associazioni datoriali non sono giunte
reali disponibilità ed aperture»
«Aumenti salariali in linea con gli altri
settori e finalizzati anche ad aiutare una
ripresa dei consumi al servizio del Paese;
difesa e riforma delle Casse Edili a tutela
di tutti i lavoratori (operai, impiegati,
ecc.), contro il lavoro nero e per sostenere
le imprese più serie – sottolinea Francesco
Bardinella, segretario generale Fillea
Cgil Taranto – contro la concorrenza sleale e il dumping; più sicurezza sui
posti di lavoro, contro gli infortuni e gli
incidenti mortali che, drammaticamente,
crescono ogni giorno di più; creazione
di un Fondo Sanitario Integrativo
Nazionale per tutelare sempre di più il diritto alla salute e alla prevenzione;
potenziamento del Fondo integrativo
per il Pensionamento anticipato, dando
la possibilità a chi svolge lavori gravosi
di andare in pensione prima e creare
così occasioni di lavoro, di qualità,
per tanti giovani: queste le richieste
consegnate alle controparti dai sindacati,
richieste che per Panzarella, Turri,
Genovesi vanno nella direzione di “un
Contratto Nazionale al servizio di una
qualificazione maggiore del sistema, del
lavoro e dell’impresa, per poter affrontare
le sfide di un settore che sta cambiando
nei suoi processi e nei suoi prodotti
(riqualificazione, rigenerazione, messa in
sicurezza del territorio e del patrimonio
pubblico e privato, ecc.) per cui servono
più professionalità, più qualità, più
partecipazione”.
Ma le controparti
“continuano con tatticismi dilatori
a prendere tempo, non rispondendo
nel merito alle nostre proposte e non
accettando la sfida che i lavoratori ed il
sindacato hanno lanciato”».
Le manifestazioni interregionali saranno
a Padova, Torino, Roma, Napoli, Palermo
e Cagliari.
Alla manifestazione di Napoli
partecipano anche i lavoratori edili della
provincia di Taranto.
«Tra il 2010 ed il 2016 il settore
dell’edilizia ha visto quasi dimezzata
la sua forza lavoro, che è passata da
6.200 occupati nel 2010 agli attuali
3.500; riaffiora inoltre il problema del
precariato, del lavoro nero ed illegale
e degli infortuni sul lavoro – spiega
Bardinella. Temi questi, peraltro, già
affrontati recentemente con l’assessore
allo sviluppo economico della Regione
Puglia Michele Mazzarano che ha
istituito uno specifico Tavolo di Lavoro,
che ha tra gli obiettivi prioritari quello
di istituire il riconoscimento del valore
di congruità del costo della manodopera
sul valore dell’opera, per contrastare i
fenomeni di illegalità anche alla luce
dell’avvio delle opere previste dal Cis
per Taranto e più in generale per tutti
i cantieri pubblici. Importante anche la
presenza alla manifestazione di Napoli di
numerosi lavoratori edili dell’appalto Ilva,
colpiti dalla grande incertezza sul futuro
dello stabilimento siderurgico.