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Oncoematologia al Ss. Annunziata: i chiarimenti

Ha suscitato vivo
interesse il nostro servizio del 30
dicembre sui nuovi spazi di Oncoematologia
pediatrica inaugurati
al Santissima Annunziata.

Un servizio
frutto di una visita sul posto
e di conversazioni con medici,
genitori dei bambini e direttore
generale della Asl. Tutto riportato
fedelmente.
Non sono mancate tuttavia le
polemiche, soprattutto sui social
network, dove ha avuto da ridire la
dottoressa Anna Maria Moschetti,
pediatra di base, incaricata dal
presidente della Regione, Michele
Emiliano, di seguire questo progetto
ospedaliero.

Allora, proviamo a chiarire qualche
dubbio, anche perché molti equivoci
sono stati generati dal chiasso
mediatico che si è fatto forse impropriamente
sull’inaugurazione
dei nuovi spazi.

È vero, come scrive la dottoressa
Moschetti su Facebook, che i nuovi
cinque letti di oncoematologia pediatrica
erano previsti nel piano di
riordino. È però ancora più vero che
quegli spazi sono stati realizzati interamente
con i soldi raccolti dalla
vendita delle t-shirt “Ie jesche pacce
pe te”, promossa egregiamente
dal Mini Bar di Piazza Gesù Divin
Lavoratore e lanciata in grande stile
da Nadia Toffa delle Iene.
In totale sono stati raccolti 450 mila
euro. Questi soldi sono stati così
utilizzati: 115 mila euro sono stati
spesi per eseguire i lavori di allestimento
dei nuovi spazi; 80mila
euro sono serviti per assumere a
tempo determinato per un anno una
pediatra. Altri 80 mila euro, donati
dalla Uilm, sono stati utilizzati per
acquistare le attrezzature.

Il resto
dei soldi ricavati dalla vendita di
beneficenza, come ha chiarito il
direttore generale Stefano Rossi al
nostro giornale, saranno spesi in
accordo con tutte le associazioni
che hanno partecipato alla gara di
solidarietà.
Altro punto importante da chiarire:
oncoematologia pediatrica è uno
spoke, cioè un raggio dell’ hub di
Bari, che resta il punto di riferimento
centrale della oncoematologia
pediatrica.
Contrariamente a ciò che più volte e
confusamente è stato detto e scritto
in occasione dell’inaugurazione,
quello di Taranto non è un reparto a
se stante, ma è uno spazio della già
esistente struttura complessa di pediatria
del Santissima Annunziata.
A

Taranto le stesse attività svolte
nei nuovi spazi fino a ieri erano
svolte in un’altra stanza di quella
stessa struttura, con lo stesso
personale che deve dividersi tra
pediatria e oncoematologia. L’unica
unità in più è il medico assunto
con i soldi della beneficenza. E
anche qui va fatto un chiarimento
per evitare fuorvianti aspettative
da parte degli utenti: si tratta di
una giovane pediatra – non di una
oncoematologa – al servizio della
struttura complessa di pediatria.
Quindi: ben vengano i nuovi spazi
perché, come hanno riferito a
TarantoBuonasera i medici che ci
lavorano, «ora riusciamo a dare
dignità ai nostri piccoli pazienti».

Restano gli interrogativi di fondo:
benché previsti dal piano di riordino, questi nuovi spazi sarebbero
stati realizzati senza la gara di solidarietà
dei tarantini? È accettabile
che in una città così problematica
dal punto di vista sanitario questi
servizi, e persino l’assunzione di
un medico, vengano realizzati con
i soldi ricavati dalla vendita di beneficenza
di una t-shirt?
Sono questi interrogativi che alimentano
il dubbio sui tentativi
maldestri della politica di strumentalizzare
le vicende sanitarie e ambientali
della città e di appropriarsi
di meriti che invece – almeno in
questo caso – vanno attribuiti al
buon cuore dei tarantini.